Enkhbat Amartuvshin, baritono operistico mongolo nonché artista popolare della Mongolia, ha ottenuto grandi successi anche in Italia. Dal 2008 Enkhbat è solista nel Teatro accademico statale dell’opera e del balletto della Mongolia: nel corso della sua carriera è arrivata anche in Italia, recitando spesso all’Arena di Verona. Nato il 23 marzo 1986 a Sukhbaatar in Mongolia, nel 2009 si è laureato presso l’Università Statale delle Arti e della Cultura: ha partecipato poi a numerosi concorsi lirici, vincendo premi che hanno elevato ancor di più la sua carriera.
Nel 2015, Enkhbat ha vinto il premio Pubblico Dame Joan Sutherland al concorso BBC Cardiff Singer of the World mentre in Italia ha trionfato nel Premio Ettore Bastianini 2024, assegnato dall’Associazione Internazionale Culturale Musicale Ettore Bastianini.
Tanti i ruoli teatrali interpretati da Enkhbat Amartuvshin: tra questi Amonasro in Aida di Verdi, e ancora Conte di Luna ne Il Trovatore di Verdi e Giorgio Germont ne La Traviata di Verdi. Parlando dei suoi esordi, il baritono mongolo ha spiegato invece che la passione per la musica fa parte da sempre della sua vita: fin da bambino cantava per ore, spesso canzoni della tradizione mongola.

Enkhbat Amartuvshin, chi è: il debutto all’Arena di Verona
Enkhbat Amartuvshin ha debuttato all’Arena di Verona nel 2017 come Rigoletto. In occasione del 100° Opera Festival 2023 è tornato a recitare a Verona mentre sempre nei panni di Rigoletto ha cantato ancora a Parma, Macerata, Genova e Milano, diventando dunque una presenza fissa e costante nei teatri italiani.
Parlando in un’intervista con “Connessi all’opera”, Enkhbat Amartuvshin ha raccontato di essersi spesso ispirato alla tradizione italiana “Oltre a Ettore Bastianini, fin dai primi anni di formazione ho ascoltato molti altri baritoni della tradizione italiana, come Leo Nucci, Piero Cappuccilli, Renato Bruson, Giuseppe Taddei, tanto per citarne alcuni”. Dunque, l’Italia fa parte in qualche modo del destino di Enkhbat, baritono molto apprezzato nel nostro Paese.