Enzo Paolo Turchi, quanto amore per Carmen Russo: “Senza di lei mi manca la forza…”
E’ un uomo di spettacolo, siamo abituati a vederlo spesso sorridente e ironico, sempre pronto a strappare sorrisi. Con sua moglie Carmen Russo ha condiviso un’intera vita e, insieme oggi nel salotto de La Volta Buona, Enzo Paolo Turchi ha celebrato nuovamente la liaison che dura da decenni. “Mi manca tanto sempre, ho dei miei complessi e parlo seriamente; sento come se mi mancasse la mia forza, posso affrontare tutto ma solo se ho lei vicino, lo stesso vale ovviamente per mia figlia Maria. Per me la famiglia è importante, forse perchè io un nido tradizionale non l’ho avuto; non c’è cosa più importante dell’affetto…”. Da qui Enzo Paolo Turchi inizia un racconto quasi struggente, aneddoti che si riferiscono all’infanzia oltremodo difficile e che inevitabilmente lo ha segnato.
“Non avevo nemmeno il letto, nel dopoguerra era un periodo dove molti bambini hanno vissuto situazioni come la mia. Ho condannato i miei genitori quando ero piccolo ma oggi gli chiedo scusa; mamma spariva per giorni, si restava soli, aveva perso un po’ il cervello perchè ha perso 2 figli in guerra, un grande dolore”. Prosegue così il racconto di Enzo Paolo Turchi nel salotto di Caterina Balivo e a proposito dell’infanzia difficile: “Oggi capisco cosa si prova”.
Enzo Paolo Turchi a La Volta Buona: “Da piccolo non avevamo da mangiare, non c’era la luce…”
Il racconto di Enzo Paolo Turchi a La Volta Buona mette in evidenza una grande forza d’animo, una determinazione esistenziale che è stata in un certo senso potenziata dalla passione per la danza; un mestiere che gli ha permesso di emergere e al contempo di restituire alla sua famiglia tutti quei sacrifici fatti per lui e i suoi fratelli. “Non c’era cosa mangiare, il più delle volte non c’era nemmeno la luce… Ad 8 anni ho iniziato a lavorare, facevo le pulizie in una bisca… La mia fortuna è stata mamma che mi iscrisse al San Carlo vedendo per caso un bando. Devo anche dire una cosa, in ogni caso in quei tempi posso dire che eravamo poveri ma felici”.