La senatrice Mancini mira ad ampliare l'esenzione dei buoni pasto fino a 10€, garantendo un maggiore reddito ai lavoratori.
Poter garantire una maggior esenzione sui buoni pasto potrebbe aumentare la “ricchezza” dei lavoratori, che di per sé sono sempre più soddisfatti dei welfare aziendali che gli vengono dati indipendentemente dal loro salario mensile.
Secondo una ricerca specifica condotta da Edenred, l’hanno scorso su 170.000 impiegati e 5.000 imprese, c’è stato un notevole incremento sul valore economico convertito in prestazioni, ovvero circa 1.000€ per ogni lavoratore (ben il +10% rispetto all’anno 2023).
Esenzione buoni pasto a 10 euro: si fa?

Paola Mancini, senatrici di Fratelli di Italia, vorrebbe proporre l’esenzione sui buoni pasto a 10 euro (dagli attuali 8€). Si attende dunque la valutazione dei tecnici del Governo, che dovranno comprendere la fattibilità in senso “finanziario”.
L’intento del prossimo Bilancio è quello di garantire una maggior produttività e soprattutto un buon mantenimento del salario, di per sé sempre più “al ribasso” a causa sia della forte inflazione a cui siamo stati sottoposti, ma anche della conseguente riduzione del potere d’acquisto.
Puntare sui ticket restaurant è “quasi d’obbligo”, dal momento in cui il loro valore complessivo genera quasi 420 milioni di euro versati in IVA e garantendo il mantenimento di 220mila posti di lavoro, oltre ad un PIL dello 0,75%.
L’importanza dei buoni pasto
La senatrice Mancini ci ricorda che i buoni pasto rientrano in un’ecosistema di welfare particolarmente apprezzato, perché garantiscono stabilità economica, promettono indirettamente un potere d’acquisto maggiore e un uso sempre più frequente che mette d’accordo imprese e lavoro.
Ticket a parte, il prossimo emendamento mira a lavorare e migliorare due normative oramai “obsolete”: la prima è una rivisitazione delle indennità di trasferta, mai più modificate dal 1986 (oggi sulla base dell’inflazione si potrebbero ricavare più di 100€ al giorno anziché 50€), e l’esenzione del rimborso dei costi affrontati per un affitto (sostenuto da chi frequenta un ITS o l’Università distante oltre 50 km dall’indirizzo di residenza).
Tornando ai voucher, è importante sottolineare come effettivamente negli anni ci sia stato un aumento costante, dimostrando dunque sia l’utilizzo assiduo dei lavoratori ma anche rappresentando un buon modo come sostegno e supporto al reddito.
