In occasione del 20esimo anniversario della firma della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco (ovvero la FCTC) da parte dei paesi che fanno parte dell’OMS, sono sempre di più gli esperti di salute pubblica e i consumatori che chiedono all’Organizzazione un netto cambio di rotta nella lotta contro il fumo affinché abbandoni l’attuale visione incentrata sulla ‘tolleranza zero’ per abbracciarne una – fortemente sostenuta dalla scienza – che persegua la cosiddetta ‘riduzione del danno‘ che passa attraverso tutte quelle ormai note alternative al tabacco tradizionale: una richiesta già presentata in occasione dell’ultima COP10 che si è tenuta a Panama e che torna importante con l’avvicinarsi della prossima che si terrà a Ginevra.
Partendo dal principio, è bene precisare che attualmente la politica di ‘tolleranza zero’ sul fumo fortemente sostenuta dall’OMS non sembra star dando alcun reale frutto concreto: i dati ufficiali – infatti – ci parlano di oltre 1 miliardo di persona che in tutto il mondo fumano regolarmente, legate a filo doppio a quegli 8 milioni di decessi legati – naturalmente – alle malattie collegate al fumo; mentre la scienza esterna ai salottini dell’Organizzazione da tempo ha individuato nelle sigarette elettroniche, nei riscaldatori e nelle bustine di nicotina alternative concrete per aiutare le persone a smettere di fumare, o – quanto meno – per ridurre l’incidenza delle malattie fumo-correalte.
Il panel a Washington di esperti che criticano l’OMS: “Per le sue ideologie abbiamo sprecato 20 anni di lotta al tabacco”
Proprio attorno a questa visione antiscientifica e proibizionista sul tabacco da parte dell’Organizzazione si è concentrato un recentissimo panel di esperti del settore che si è tenuto a Washington, organizzato dalla Taxpayers Protection Alliance: tanti – ed interessanti – gli interventi a partire da quello dell’ex direttore di Action on Smoking and Health Clive Bates che ha ricordato la FCTC ha fallito il suo obbiettivo di “segnare una volta nel controllo globale” del fumo, con l’OMS ormai saldamente “ancorata a un pensiero obsoleto e proibizionista” che si oppone alle politiche di riduzione del danno considerate sempre più efficienti nell’aiutare chi vuole smettere di fumare.
Ancor più duro il pensiero di Roger Bate – esperto di sanità globale all’International Center for Law and Economics – che ha criticato i “ripetuti fallimenti” dell’OMS dal Covid alla lotta al fumo, sostenendo che l’Organizzazione non sia in grado di “evolversi” – rischiando ovviamente di diventare “obsoleta” – per fare proprie le realtà della “scienza moderna“; con il presidente della Taxpayers Protection Alliance David Williams che poco dopo ha criticato la “negligenza” di un ente che rifiuta “senza una valida giustificazione” i sistemi di riduzione del rischio.
Presente a Washington anche Martin Cullip – international fellow della Taxpayers Protection Alliance – che ha posto l’accento sul fatto che ormai sia evidente come la FCTC non sia “andata a buon fine“, facendo sì che siano stati sprecati “20 anni di potenziali progressi” a causa di un’ingiustificabile “rigida ideologia“: proprio per questo – interviene ancora Williams – alla COP di Ginevra si presenterà una vera e propria “coalizione di medici, consumatori e opinion leader” che chiederanno all’OMS un cambio di rotta che tenga innanzitutto conto della salute dei cittadini.