UNIONI GAY/ Giudice Usa boccia il bando stabilito con un referendum: ora deciderà la Corte suprema
Unioni gay, il giudice federale degli Stati Uniti, Vaughn R. Walker, ieri ha bocciato il bando alle nozze nello Stato della California. Il giudice, di nomina repubblicana e lui stesso gay, ha chiamato in causa per la prima volta i diritti costituzionali a livello federale, di fatto ponendo le premesse per il giudizio della Corte Suprema di Washington

Unioni gay, il giudice federale degli Stati Uniti, Vaughn R. Walker, ieri ha bocciato il bando alle nozze nello Stato della California. Il giudice, di nomina repubblicana e lui stesso gay, ha chiamato in causa per la prima volta i diritti costituzionali a livello federale, di fatto ponendo le premesse per il giudizio della Corte Suprema di Washington. Se le unioni gay arrivassero davanti ai nove giudici supremi, la loro decisione si applicherebbe in tutti gli Stati Uniti, azzerando le divisioni oggi in vigore a livello locale.
Un passo che finora sia i fautori dei diritti gay, sia gli oppositori hanno voluto evitare, temendo una decisione definitiva. Non è chiaro intanto se le unioni tra gay potranno riprendere sul territorio californiano, come specifica oggi il Los Angeles Times. Il giudice terrà un’altra udienza domani. A scatenare il casus belli è stato uno stratega omosessuale di Los Angeles, che per sostenere le unioni gay ha formato un’organizzazione no profit assoldando due luminari del foro, uno democratico e l’altro repubblicano: David Boies e Theodore B. Olson.
I due avvocati, sullo stesso fronte per sostenere le unioni gay, nel 2000 erano stati avversari nella causa Bush contro Gore (che diede al primo la presidenza degli Stati Uniti). Il giudice Walker è stato chiamato ad esprimersi sulla «Proposition Eight», il celebre referendum che nel novembre 2008 ha messo al bando le unioni gay in California, dopo alcuni mesi in cui erano state consentite dalla Corte suprema dello Stato.
E Walker ha sentenziato che nessun interesse dello Stato giustifica il trattamento di gay e lesbiche in modo discriminatorio rispetto agli altri cittadini e che la «disapprovazione morale» non è sufficiente a sancire la discriminazione. Difatti secondo il giudice federale la possibilità di unirsi, anche tra gay, sarebbe un diritto fondamentale. La «Proposition Eight», ha detto Walker, viola le garanzie costituzionali sulle uguali tutele dovute a tutti i cittadini, a prescindere dal loro sesso o dal loro orientamento sessuale.
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