DIARIO GIAPPONE/ La testimonianza da Tokyo: “Come aiutare coloro che sono stati colpiti direttamente?”

- La Redazione

Saki Ito, residente a Tokyo, ci manda il suo terzo racconto della situazione nel suo Paese a oltre due settimane dal disastroso tsunami-terremoto  che ha devastato il Giappone

Giappone_Sisma_Help_SabbiaR400 Foto Ansa

La nostra amica a Tokyo, Saki Ito, ci aggiorna sulla situazione a oltre due settimane dal terremoto.

“Sono passate due settimane dal terremoto dell’11 marzo. L’aria di Tokyo non è più così tesa come era nei giorni scorsi. Gli scaffali nei supermarket si stanno di nuovo riempiendo. La mancanza di petrolio si sta risolvendo, lentamente. Durante i weekend la gente torna a camminare per le strade. Ma allo stesso tempo a Tokyo non ci sono più le variopinte luci al neon, in modo da risparmiare energia. Anche le corse dei treni seguono orari irregolari e mi sto abituando. Di fatto, si può dire che uno stile di vita irregolare stia diventando la nuova norma. E l’impianto nucleare di Fukushima? Certo, non ce ne siamo dimenticati. La gente è ancora impegnata a evitare che diventi una nuova Chernobyl. 

In realtà, nessuno sa quanto ci vorrà per sistemare l’emergenza. Al momento, molta gente è preoccupata per la possibile contaminazione di cibo ed acqua. Le prime cose di cui ci hanno avvertito, per il pericolo di contaminazione, sono latte e spinaci. Adesso nella lista è entrata anche l’acqua del rubinetto e diversi altri vegetali. Personalmente, ritengo che la situazione sia okay. Magari sembrerò troppo ottimistica, ma mi fido di quanto dicono il governo e i media sul livello non tropo alto di radiazioni. Ho sentito che in alcuni quartieri le bottiglie di acqua confezionata sono sparite, andate esaurite ma dove vivo io questo non succede. In effetti, sentire parlare di pericolo di contaminazione non è una bella cosa, dato che è un qualcosa che non sei in grado di vedere con i tuoi occhi e magari sta già agendo. Immagino che la situazione alla centrale nucleare di Fukushima sia ciò che attragga l’attenzione dei media internazionali ma la gente comune, in Giappone, compresa me, è probabilmente più preoccupata dell’aspetto economico. Tutto il mondo sa del crollo della Borsa avvenuto subito dopo il terremoto, ma adesso il black out parziale che colpisce il Kanto, la regione che circonda Tokyo, sta causando danni alle fabbriche. Nessuno sa con esattezza sino a quando durerà questa situazione e nessuno sa che conseguenze potrà portare.

E poi non dimentichiamoci della gente che è stata colpita dal terremoto nella regione di Tohoku. Il conteggio dei morti continua a salire anche 17 giorni dopo: adesso i morti confermati sono 10.780 mentre ci sono ancora 17.000 persone disperse. Ricordo che i media internazionali lodavano i giapponesi per essere così preparati di fronte alle catastrofi naturali e anche noi credevamo che i morti non sarebbero stati così tanti, personalmente pensavo si raggiungesse la cifra di 5mila. No: questo tsunami è andato oltre ogni possibile previsione.

E coloro che sono sopravvissuti dovranno affrontare grandi sfide: ogni loro proprietà è stata spazzata via  e dovranno ricominciare da capo la loro vita. Non riesco nemmeno a immaginare cosa possa significare. Come ho scritto prima, la situazione alla centrale nucleare è instabile e quella economica è preoccupante. Eppure, non è nulla rispetto a quello che questa gente, gli evacuati, stanno vivendo. Sono passate due settimane, sto pregando. Cerchiamo di impegnarci di più a capire come possiamo aiutare coloro che sono stati colpiti direttamente, coloro che soffrono veramente, invece di preoccuparci della nostra sicurezza.

 

(Saki Ito)





© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie di Giappone

Ultime notizie