Raccomanda ai figli di non diventare terroristi e alle mogli di non sposarsi. E’ il testamento di Osama bin Laden, il terrorista più pericoloso al mondo, che si dimostra padre affettuoso. In realtà ci sarebbe anche un altro testamento, nascosto nel suo computer
Per quasi dieci anni esatti è stato l’uomo più ricercato al mondo, il pericolo numero uno, il terrorista più pericoloso, la maggior minaccia al mondo libero. Da quando, l’11 settembre 2001, mandò tre jet di linea a schiantarsi contro le Torri Gemelle di New York e il Pentagono a Washington (un quarto aereo cadde al suolo grazie all’intervento dei coraggiosi passeggeri) contro Osama bin Laden si è scatenata la più grande caccia all’uomo della storia. Si pensava fosse già morto, in realtà, quando gli americani scatenarono sulla montagna di Bora Tora in Afghanistan un diluvio di bombe. Era lì infatti che si erano nascosti i talebani dopo l’attacco americano. Ma del suo corpo non venne trovata traccia. Ripetutamente, nel corso degli anni, si sono moltiplicate le segnalazioni della sua presenza, da vivo e da morto, tutte inevitabilmente smentite, mentre continuavano ad arrivare messaggi pieni delle sue farneticanti minacce.
Alla fine lo hanno trovato nascosto comodamente in un residence a pochi chilometri dalla capitale del Pakistan, vicino a un insediamento militare dove viveva tranquillamente con una delle sue mogli e alcuni dei suoi figli. Lo hanno sorpreso le forze speciali americano con un blitz ed eliminato. Adesso che Osama non c’è più, salta fuori il suo testamento, da cui si scoprono cose curiose.
“Figli miei, vi chiedo scusa per avervi dedicato così poco del mio tempo”. Quello che scrive queste parole affettuose e piene di tristezza per non aver svolto al meglio il proprio ruolo di padre, non è una persona comune. E’ l’uomo che si è macchiato della morte di migliaia di persone innocenti, quello che è stato definito il terrorista più malvagio di tutti i tempi. A leggere queste parole si direbbe che anche una persona così possa avere un cuore. Ma non solo. Nel suo testamento lungo quattro pagine, reso pubblico da un quotidiano del Kuwait (Al Anbaa), il capo del terrore invita i figli a non seguirlo nel suo lavoro. Un po’ come farebbe ogni padre preoccupato, magari un dirigente di grande azienda che non vuole che i figli soffrano lo stress della vita che ha fatto lui. Solo che Osama faceva un lavoro particolare, e così invita i figlioli a non fare il terrorista: “Non lavorate con al Qaeda”.
Ai suoi 24 figli, bin Laden chiede di non diventare membri di Al Qaeda e di non impegnarsi nella guerra contro il grande Satana (gli Stati Uniti d’America). In questo passaggio però si svela tutta la componente di fanatismo del terrorista, che non dice ai figli di non fare il terrorista perché preoccupato per loro ma semplicemente per seguire ancora una volta alla lettera l’esempio del suo profeta, anzi dei testi islamici. Il successore di Maometto, infatti, Omar bin al-Khattabm lasciò scritto al figlio Abdullah di non impegnarsi anche lui nella guerra santa. Evidentemente Osama si sentiva a sua volta un successore del profeta. Tornando ai figli, Osama nel chiedere loro scusa, dice che “purtroppo” era stato troppo impegnato a rispondere alla richiesta di impegno con la Jihad, la guerra santa. Infine si rivolge alle mogli: chiede loro di non risposarsi con nessuno, di rimanere vedove e dedicarsi all’educazione dei figli: “Non pensate a risposarvi, dedicate voi stesse ai vostri figli e guidateli sul giusto sentiero”.
Naturalmente, da buon terrorista, Osama dedica nel suo testamento anche dello spazio alle sue gesta. Rivendica l’attacco alle Torri Gemelle, definendolo “il terzo attacco al grande Satana”. Gli altri furono l’attentato ai marine nel Libano del 1983 (241 morti) e il secondo quello all’ambasciata americana a Nairobi nel 1998, “luogo da cui è partita l’aggressione alla Somalia in cui sono morti 31 mila civili”. Il testamento di Osama sarebbe datato 14 dicembre 2001, tre mesi circa dopo l’attacco alle Torri gemelle. Che si firmava “Il vostro fratello Abu Abdullah Osama Muhammad Bin Laden”.
C’è però un altro testamento che preoccupa molto di più di queste innocue parole di padre e marito devoto. E’ quello che si troverebbe nel computer sequestrato dai soldati americani dopo il blitz che ha portato all’uccisione del terrorista. Dentro, Osama avrebbe lasciato ai suoi fedeli le istruzioni su cosa fare in caso della sua eliminazione. Scatenare cioè un attacco preordinato contro il mondo occidentale. Almeno un grande attentato per vendicare la sua mostra e dimostrare che Al Qaeda è in grado di sopravvivere alla sua scomparsa. Sono questi documenti che avrebbero indotto gli Stati Uniti a lanciare un allarme sicurezza su scala mondiale, un attentato che si spera adesso di sventare.