Il ciclo delle “Storie dal mondo” si apre quest’anno al Meeting di Rimini in nome del Giappone con una serata di solidarietà e vicinanza a un popolo tanto amico. Vogliamo infatti ricordare la tragedia che ha colpito il Paese, con quel numero incalcolabile di vittime e quella paurosa serie di devastazioni.
Il terremoto e lo tsunami: il mondo intero è rimasto ammutolito davanti allo scatenarsi delle forze della natura. Tutti ci siamo sentiti piccoli e fragili e smarriti. E siamo stati pieni di compassione per il dolore immenso di un popolo. Il documentario di questa sera, domenica 21 agosto, prodotto da National Geographic e proposto in collaborazione con Sky, racconta le prime 24 terribili ore della tragedia.
Un lavoro essenzialmente fatto di immagini e di suoni originali, in presa diretta, raccolti dalle videocamere private, dai telefonini, dalle telecamere di sicurezza di negozi e strade. Le urla, il pianto, lo sconcerto, il terrore: tutto si sente, tutto si prova quasi immedesimandosi, quasi fossimo lì davanti a quella spiaggia mentre arriva l’onda spaventosa o nell’ufficio mentre tutto trema per sei interminabili minuti.
Nessun commento “esterno”, nessuna opinione, nessuna analisi e nemmeno riflessione (ad esempio, sulla vicenda della centrale di Fukushima). Ma l’invasione della realtà, l’impressionante emergere del fatto. Si sa che nessuna cronaca, e nemmeno quella televisiva, è di per sé “neutra”: c’è sempre un punto di vista, una scelta che entra in campo. Occorre però dire che in questo lavoro i curatori hanno saputo dare il primato all’evento e alla sua misteriosa imperiosità.
A presentare e a commentare il documentario sarà un ospite d’eccezione, che è stato anche testimone diretto degli avvenimenti: l’ambasciatore d’Italia a Tokio, Vincenzo Petrone. Nei giorni della tragedia ha operato senza risparmio per dare aiuto, fornire informazioni, rispondere alle urgenze che da ogni parte piovevano sulla nostra ambasciata.
Un lavoro che è continuato instancabile nei mesi successivi, anche quando i riflettori dei media si sono spenti, confermando e anzi irrobustendo i rapporti di amicizia tra l’Italia e il Giappone, che da molti anni hanno proprio nel Meeting un caposaldo storico.
Chi non ricorda la ventennale presenza a Rimini degli amici del Monte Koya? Una storia che anche l’ambasciatore Petrone conosce bene e stima profondamente. E così non solo ha accettato l’invito per un atto di amore che tutti insieme vogliamo compiere per il Giappone, ma ha riservato al popolo del Meeting l’annuncio di un sorprendente progetto…