Una visita lampo, di sole sei ore, ma capace di far infuriare un popolo intero. Angela Merkel, giunta nel pomeriggio di ieri ad Atene per incontrare il premier Antonis Samaras, è stata accolta da oltre 40mila greci che, nonostante il divieto di manifestare imposto dal governo, le hanno dato il benvenuto a suon di cori, lanci di molotov, svastiche bruciate in piazza e divise naziste. Il popolo ellenico respinge duramente le misure di austerità imposte dalla troika (Ue, Bce, Fmi), consapevole del fatto che i pesanti tagli che a breve verranno annunciati renderanno il freddo autunnale alle porte ancora più tagliente del previsto. Durante il colloquio con Samaras, la Merkel ha riconosciuto che “non bastano le misure di austerità che sono state prese sinora ma che bisogna lavorare anche per lo sviluppo”. Poi ha aggiunto: “Vorrei aumentare gli aiuti destinati alla Grecia, i requisiti ci sono, ma dobbiamo aspettare la relazione della troika”. Il premier greco Samaras ha invece dichiarato che il Paese “è pronto a rispettare i suoi doveri e non chiede altri soldi” e che la visita della Merkel “è la prova che non siamo in quell’isolamento politico vissuto negli ultimi mesi. Abbiamo fatto degli errori – ha aggiunto – ma abbiamo subìto un isolamento che non meritavamo”. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Teodoro Andreadis Synghellakis, corrispondente dall’Italia per la tv greca Alpha.
Come commentare le parole della Merkel dopo il colloquio con Samaras?
E’ chiaro che nelle parole del cancelliere tedesco vi è un messaggio politico di speranza e solidarietà nei confronti del governo greco. E’ però altrettanto ovvio che, vista la situazione in cui si trova attualmente il Paese, sarà necessario capire quanta solidarietà fattiva ci sarà.
Come sta vivendo la Grecia questo particolare periodo?
La Grecia è giunta al limite, in attesa di scoprire se e quando verrà erogata la prossima tranche del prestito. I tagli annunciati saranno durissimi, cosa di cui sono consapevoli sia ad Atene che a Berlino, e forse con questa visita la Merkel ha tentato anche di mitigare le reazioni dell’opinione pubblica che seguiranno l’annuncio dei dettagli delle misure d’austerità.
Intanto il popolo greco comincia a farsi sentire…
Gli scontri registrati fino ad ora non sono stati molto violenti, anche se hanno portato in piazza tantissimi greci (oltre 40mila) nonostante tutti i divieti imposti dal governo. La Merkel è arrivata in una città blindata che è sempre più convinta del fatto che la Germania abbia imposto molto rigore e poca crescita, di cui peraltro si è iniziato a parlare soprattutto grazie a Hollande e al sostegno trovato successivamente in Monti. Tutto questo non si può cancellare e la Merkel deve convincersi che dal punto di vista sociale molte misure imposte dalla troika, che hanno trovato l’assenso della Germania, hanno provocato un vero e proprio terremoto sulla qualità della vita e la tenuta della classe media del Paese.
Alexis Tsipras, leader di Syriza, ha detto che la Merkel è venuta ad Atene per dare il suo appoggio al governo di coalizione di Samaras e alle misure che vuole imporre, “ma il popolo non reggerà al peso dell’austerità e alla fine vinceremo perche abbiamo il diritto dalla nostra parte”. Cosa ne pensa?
L’attuale dibattito è su quanto sarà ancora possibile tirare la corda. Di fronte alle richieste durissime della troika e i tentativi di Samaras di ottenere più tempo per applicare le misure di austerità, Tsipras non fa altro che chiedersi quando avverrà questo cosiddetto momento di rottura. Credo che il leader di Syriza lo stia aspettando per poter finalmente dire di aver sempre sostenuto che lo schema imposto dalla troika era destinato a saltare. Davanti alle scommesse di Samaras e di Tsipras, però, i greci si stanno sempre più rendendo conto di non essere in grado di affrontare l’inverno in queste condizioni e senza alcuna prospettiva di speranza per il futuro.
Dobbiamo aspettarci proteste più violente?
Ho paura che dopo l’annuncio delle misure di austerità, che dovrebbe avvenire non più tardi di una decina di giorni, assisteremo a manifestazioni decisamente più “accese” rispetto a quelle che si stanno verificando in questìultimo periodo. Se però si insiste sul tagliare le pensioni ed eliminare quel poco che era rimasto alle tredicesime, vale a dire ciò che che impone la troika, non ci si può aspettare che il popolo greco resti a guardare.
Che tipo di misure può attuare dal canto suo la Grecia?
Può mettere in campo delle privatizzazioni, cosa che probabilmente farà senza indugi, e aumentare ulteriormente la lotta all’evasione fiscale. Resta però il fatto che prelevare ancora di più a chi già adesso prende solamente 350 euro di pensione al mese, è una richiesta a mio giudizio fuori dalla realtà. per questo credo che per prima cosa sia necessario un radicale cambiamento del programma di austerità imposto al Paese.
(Claudio Perlini)