FRANCIA/ Leonarda, la ragazza kosovara che mette Hollande in crisi di coscienza (e di voti)

- La Redazione

Il caso di Leonarda, la ragazza di origini kosovare espulsa dalla Francia, continua a causare discussioni e divisioni. Inevitabili le strumentalizzazioni politiche. CHRYSALIDE

hollande_discorsoR400 François Hollande (Infophoto)

Il caso di Leonarda, la ragazza di origini kosovare intercettata il 9 ottobre dalla polizia francese durante una gita scolastica e rimpatriata come immigrata illegale, continua a tener banco sui media, anche per le manifestazioni organizzate da migliaia di studenti per il suo rientro in Francia, insieme alla famiglia. La situazione è tale che il ministro degli Interni, Manuel Valls, ha deciso di accorciare la sua visita alle Antille per rientrare d’urgenza a Parigi.

In una Francia che ama descriversi come terra dell’accoglienza dei perseguitati, le immagini della polizia che interviene su uno scuolabus per portar via una ragazzina di 15 anni hanno provocato un notevole choc e commozione.

Sembra, tuttavia, che i fatti siano alquanto diversi da queste prime descrizioni. La famiglia, composta da genitori e sei figli, è entrata illegalmente in Francia nel gennaio del 2009 e ha presentato due domande di asilo, entrambe respinte, anche in appello. La motivazione è stata l’assenza di prove del rischio di una concreta persecuzione nel loro Paese di origine. Il padre di Leonarda, oltretutto, è risultato un uomo violento già noto alla polizia francese, con nessuna reale volontà di integrarsi. Ora, è lui stesso che afferma che i figli sono nati in Italia, contrariamente a quanto sostenuto precedentemente, e anche sul “sequestro” di Leonarda le cose si sarebbero svolte diversamente.

All’inchiesta amministrativa in corso stabilire se si è trattato di una semplice applicazione delle leggi vigenti, come avviene regolarmente in questo tipo di situazioni.

La vicenda di Leonarda arriva in un contesto particolarmente difficile per la Francia: la perdurante crisi, i ripetuti errori della politica di Hollande in questo anno e mezzo, le radicali decisioni etiche imposte in modo violento, come “il matrimonio per tutti”, hanno provocato un forte spostamento a destra nella popolazione. Come è dimostrato dai recenti successi del Fronte Nazionale, che continua a essere in testa ai sondaggi e potrebbe ottenere un notevole risultato alle amministrative del marzo 2014.

Il ministro socialista Manuel Valls, che si era già distinto per la severa repressione delle manifestazioni contro il “matrimonio per tutti”, con le sue recenti dichiarazioni sui rom che, a parte una minoranza, non avrebbero nessuna intenzione di integrarsi, aveva già scandalizzato numerosi membri del suo partito. L’espulsione di Leonarda ha messo in luce ulteriori profonde divisioni all’interno del Partito Socialista e dello stesso governo.

E’ evidente che la questione dell’accoglienza degli stranieri e della loro integrazione costituirà uno dei temi principali delle prossime elezioni comunali e delle europee di maggio e si assiste così a una chiara strumentalizzazione della storia di questa famiglia. Da un lato, una frangia del Partito Socialista persegue una operazione di ammiccamento verso quella parte del suo elettorato tentata dal Fronte Nazionale, ma per un’altra parte cade a fagiolo l’indignazione per il tradimento dei valori tradizionali del partito, sfruttando e incoraggiando la generosità, spontanea ma un po’ avventata, dei giovani liceali.

Di fronte a questa confusione c’è chi si appella all’arbitraggio del Presidente Hollande, ma c’è da scommettere che, ancora una volta, costui preferirà continuare a sfruttare con discrezione le ambiguità e le divisioni. Anche perché le prossime elezioni presidenziali sono ancora lontane (2017), ma allo stato attuale delle cose, l’unica speranza per lui di essere rieletto sarebbe una vittoria al primo turno del Fronte Nazionale sull’ Ump (il partito di centrodestra all’opposizione), così da andare a uno scontro diretto Ps-Fn nella seconda tornata.

Come per l’orrore del naufragio di Lampedusa, naturalmente in un contesto del tutto diverso, la strumentalizzazione in nome di giochi a breve termine, personali e politici, rischia di accantonare il vero insegnamento della vicenda Leonarda.

Il suo triste caso ci ricorda la situazione quotidiana vissuta da migliaia di famiglie in Francia e in Europa, che devono affrontare un iter burocratico incomprensibile e interminabile (minimo tre anni) con gravi conseguenze. Da un lato, sono costrette a una indegna precarietà, senza possibilità di lavorare regolarmente, ma con la necessità di continuare a provvedere ai propri bisogni, mentre dall’altro, almeno per molte, le si porta di fatto a iniziare un percorso di integrazione. Come possono capire tutto questo giovani che, come Leonarda, hanno seguito per anni i programmi francesi, imparato la storia della Francia e dell’Europa, hanno sentito elogiare i meriti dell’integrazione alla francese, hanno annodato solide amicizie e sognano una riuscita personale in questo Paese, e poi si trovano riaccompagnati manu militari alla frontiera?

Non si tratta certamente di aprire le frontiere a tutti senza criteri, ma di rimettere l’umano nel cuore delle politiche sull’immigrazione. I politici francesi ed europei, così preoccupati dei propri interessi, ascolteranno l’appello afd una maggiore umanità contenuto nella storia di Leonarda?

 

(Chrysalide)







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