Tesi molto particolare e che non mancherà di alzare le polemiche, quella espressa dallo scrittore e giornalista John Cornwell ieri sul quotidiano Daily Mail. Secondo Cornwell infatti, sorta di vaticanista inglese che ha pubblicato diverse opere sulla Chiesa cattolica, la colpa della diffusione della pedofilia negli ambienti ecclesiastici sarebbe dovuta “all’insana” decisione presa dall’allora Papa Pio X che nel 1910 introdusse la confessione anche per i bambini dai 7 anni in su. Prima infatti non c’era obbligo a quell’età di confessarsi. Cornwell nel suo articolo dichiara di essere stato molestato da bambino da un sacerdote durante appunto una confessione, a cui i ragazzini della sua età dovevano sottostare ogni sabato pomeriggio. Non solo casi di pedofilia, dice il giornalista, ma anche forti complessi di colpa instillati in bambini per la maggior parte dei casi inconsapevoli delle cose che dicevano o che venivano dette loro, complessi che avrebbero generato più generazioni di persone con gravi problemi di salute mentale. Tornando alla pedofilia, Cornwell sostiene che mettere dei bambini nelle mani di persone potenzialmente pedofile nella segretezza di un confessionale o nelle stanze private di questi sacerdoti senza la presenza di nessun altro adulto, ha dato il via alla possibilità di poter abusare di loro. Ovviamente il giornalista non tiene conto che se un sacerdote di tendenze pedofile intende abusare di un bambino, può avere molte occasioni oltre a quelle della confessione. Ma per Cornwell le statistiche confermano la sua ipotesi: la maggior parte degli abusi sono subiti da ragazzini dai 7 ai 13 anni, proprio l’età introdotta da Pio X per le prime confessioni. L’intima relazione, dice ancora, tra ragazzini e i loro confessori “divenne nel migliore dei casi un’occasione per incontri inappropriati, nelle peggiori un potenziale paradiso del pedofilo”.