Non sono servite a niente le oltre 27mila firme raccolte per la petizione, i tanti appelli e l’offerta di un privato che si era offerto di comprare la piccola giraffa per mezzo milione di euro. Marius, esemplare di un anno e mezzo, è stato ucciso con un colpo di pistola e dato in pasto ai leoni dello zoo di Copenhagen perché nato da un rapporto tra consanguinei, una pratica vietata dalle regole europee. Il direttore dello zoo aveva fatto sapere che “eliminarlo è necessario per evitare la consanguineità nel gruppo e mantenere bene la popolazione delle giraffe. Se tutte le specie si riproducono bene, poi si deve accettare che ci sia un surplus di animali che non possono essere inclusi nella catena genetica senza causare problemi di consanguineità”. Ma il giovane Marius non è stato solo ucciso: il suo corpo è stato infatti smembrato davanti ai visitatori dello zoo, tra cui molti bambini, e successivamente le varie parti sono state date in pasto ai leoni perché dopotutto, come ha detto ancora il direttore della struttura, “sarebbe sciocco buttare via qualche centinaio di chili di carne”. L’Enpa ha già definito “un fatto gravissimo” quanto avvenuto: “Purtroppo non è da considerarsi raro poiché moltissime strutture eliminano deliberatamente, senza nemmeno provvedere ad eventuali scambi e senza percorrere la strada dell’accoglienza degli esemplari in sovrannumero presso i santuari o meglio ancora al controllo delle nascite”, ha detto il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri. “E’ un evento di una barbarie inaudita, di cui tutti devono venire a conoscenza – ha aggiunto – Invito le persone a non visitare zoo e altre strutture di cattività perché in tal modo si rendono correi e corresponsabili di un sistema coercitivo e di violenza, che priva gli animali della loro libertà e che spesso ne causa la morte, come accaduto alla povera giraffa”.