Si chiama Sawan Masih ed è stato accusato di blasfemia, parole cioè irriguardose nei confronti del profeta Maommetto mentre discuteva con un amico musulmano. Masih è cristiano e il passo alla condanna a morte è stato breve come accade spesso in Pakistan, dove la legge sulla blasfemia è una scusa per terrorizzare e colpire la minoranza cristiana, basti ricordare il caso di Asia Bibi in carcere da quattro anni in attesa dell’esecuzione della pena di morte. Ai tempi, era il settembre del 2013, centinaia di islamici infuriati avevano anche attaccato e date alle fiamme le case dei cristiani di Lahore, come succede quando uno di loro viene accusato di blasfemia. Adesso un tribunale ha condannato Sawan Masih alla pena di morte. L’uomo, 26 anni e padre di tre bambini, si è sempre dichiarato innocente. Ha spiegato durante il processo che la vera ragione della discussione era per motivi di proprietà di alcuni terreni, un classico anche questo. Gli islamici infatti usano la scusa della blasfemia per impossessarsi delle proprietà dei cristiani. Sawan Masih ha adesso tempo trenta giorni per fare appello.