Le nuove restrizioni sull’aborto che sono entrate in vigore in Texas nel novembre 2013 continuano a essere al centro di polemiche e di continui dibattiti giudiziari. Lo scorso 27 marzo ad esempio una locale corte di appello ha accolto due disposizioni al proposito che erano state contestate invece dalla Planned Parenthood, associazione pro choice. Le disposizioni dicono che gli aborti possono essere eseguiti solo da medici con l’ammissione di privilegi in un ospedale entro 30 miglia da una clinica abortiva e limita le prescrizioni dei medici per i farmaci abortivi. In precedenza un giudice federale aveva invece dichiarato che tali disposizioni ostacolano la libertà di aborto e sono anticostituzionali. Il governatore dello stato del Texas Rick Perry aveva firmato la nuova legge sull’aborto nel luglio 2013, legge che include il divieto di abortire dopo venti settimane, restrizioni che sono entrate in vigore a ottobre dello scorso anno. Al 6 marzo del 2014, in Texas erano rimaste operative 24 cliniche abortive, mentre altre diciannove sono state chiuse dopo l’entrata in vigore della nuova legge. Secondo gli attivisti pro aborto, a essere colpite da questa situazione saranno le donne più povere: le cliniche abortive più vicine si trovano tutte ad almeno due o tre ore di distanza in macchina. Per rimediare a questa situazione una studentessa ventenne, Lenzi Sheible, ha fondato una associazione senza scopo di lucro per sostenere economicamente le donne costrette a fare lunghi viaggi per abortire anche fuori del Texas. L’associazione Planned Parenthood infine ha fatto sapere che aprirà una nuova clinica per aborti del valore di cinque milioni di dollari a San Antonio.