L’Isis ha annunciato la morte della cooperante americana Kayla Jean Mueller, 26 anni, rapita in Siria nel 2013. Ad uccidere la ragazza, come fatto sapere su Twitter da Rita Katz, direttrice del Site Institute che monitora lo jihadismo sul web, sarebbero stati i raid giordani delle ultime ore. In particolare, scrive il Site, un aereo giordano avrebbe colpito l’edificio dove l’ostaggio si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria. L’aviazione di Amman ha dato il via a quella che è stata definita “Operazione martire Muath” dopo la brutale uccisione del pilota Muaz al-Kassasbeh, bruciato vivo dall’Isis. Il ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh, intervistato dalla Cnn, ha dichiarato che la vendetta della Giordania “è solo all’inizio” e che i caccia colpiranno “l’Isis ovunque”. Le bombe giordane avrebbero già distrutto postazioni dei miliziani, anche se non sono ancora stati specificati i luoghi colpiti. “Pagheranno per ogni capello di Muath”, hanno detto le Forze armate giordane.
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