Prigioniere dei miliziani islamici per circa otto mesi, in circa duecento sono state liberate nei giorni scorsi dai loro aguzzini. Sono ragazze appartenenti alla minoranza yazida, quella contro la quale si è maggiormente scatenata la violenza e la brutalità dell’Isis. Migliaia di donne e bambini vennero rapite dalla città di Sinjar nel nord dell’Iraq e la loro store è stata un inferno come raccontano adesso le sopravvissute. Molte di esse sono state vendute ai combattenti come schiave del sesso o date in premio dopo qualche particolare azione di guerra e molte di esse sono state brutalmente picchiate per costringerle a convertirsi all’Islam. Tutte le donne che avevano dei figli sono state private dei loro bambini e distribuite tra gli abitanti di Mosul e Tal Afar. Molte di esse hanno raccontato di essere state stuprate in pubblico da due o anche tre miliziani, picchiate e torturate. Altre venivano usate per prendere loro il sangue da dare ai miliziani feriti in combattimento.