Ha vinto le elezioni politiche in Messico il partito istituzionale rivoluzionario (Pri) del presidente Enrique Pena Nieto. Il partito è riuscito in questo modo a mantenere la maggioranza semplice in Parlamento con un dato tra il 29,87 per cento e il 30,85 per cento dei consensi. C’è tuttavia un dato significativo, che è quello dell’astensione: ha votato infatti meno del 50 per cento degli elettori. Disordini e violenze hanno caratterizzato la campagna elettorale. Ieri mattina i parenti di 43 stidenti scomparsi a settembre scorso hanno dato fuoco alle schede elettorali nella cittadina di Tixtla. Un gesto per chiedere di sapere cosa è successo agli studenti. A queste proteste, si sono aggiunte quelle di diversi insegnanti, che hanno fatto irruzione nelle sedi dei partiti in segno di protesta contro la riforma della scuola e bruciando le schede elettorali. Ma torniamo alle elezioni. Al secondo posto si attesta il Partito conservatore di azione nazionale (Pan) con il 21, 47 per cento e il 22,7 per cento dei consensi. Segue il Partito della rivoluzione democratica di sinistra (PRD), che si attesta tra l’11,14 e l’11,81 per cento. Stando a questi dati, il Pri avrebbe tra i 196 e 203 dei 500 seggi della Camera bassa. Il Pan tra i 105 e i 116, il Prd tra i 51 e i 60. Si è affermato in una buona posizione il Partito verde ecologista (Pvem), che andrebbe in Parlamento con un numero di rappresentanti tra i 41 e i 48. Ciò significa che Nieto, di cui è alleato insieme a un altro partito tradizionale, ovvero Nuova Alleanza che avrebbe dai nove ai 12 deputati, di avere la maggioranza per governare. (Serena Marotta)