Dopo dieci mesi di lavori forzati, un infermiere è riuscito a scappare dall’Isis e a fare ritorno in patria. E’ la storia di Adam Brookman, un infermiere australiano che da quasi un anno era costretto a lavorare per lo Stato Islamico. Musulmano e padre di cinque figli, si era recato in Siria per scopi umanitari ma, ferito da un raid aereo, era stato ricoverato in ospedale e successivamente controllato e prelevato dall’Isis. I miliziani lo avrebbero ripetutamente costretto a lavorare per loro e a partecipare ed assistere ad atti che lui stesso dichiara di non sostenere ed appoggiare. Dopo un lungo periodo di reclusione, l’infermiere sarebbe riuscito a scappare in Turchia dove le autorità del luogo si sono messe in contatto con quelle australiane ed hanno organizzato il rientro in patria. Prima del trasferimento Brookman ha ammesso di essere fuggito perchè, pur essendo un musulmano convinto, era incapace di assistere alle azioni atroci commesse dai membri dell’Isis. Ancora non chiare sono però le dinamiche dell’intera faccenda. Il ministro della giustizia australiano, Michael Keenan, ha dichiarato che tutti i cittadini hanno il diritto di tornare a casa ma le autorità stanno comunque indagando su cosa l’infermiere abbia fatto nei dieci mesi presso gli ospedali controllati dai terroristi. Sembra che l’uomo rischi una procedura legale per essere entrato in una zona controllata da organizzazioni terroristiche senza una valida e dichiarata motivazione. Brookman è il primo australiano riuscito a tornare in patria dopo la cattura da parte dell’associazione terroristica.