Al netto della disinformazione posta in campo dagli Usa da quando la questione siriana è divenuta notizia per il mondo intero, pochi giorni fa i generali degli Stati Uniti si sono riuniti in occasione del meeting annuale dell’Associazione delle forze di terra e hanno valutato i probabili conflitti del futuro, stando a quanto riferito dal portale web Defence One. E cosa si sono detti questi signori, gli stessi che per anni hanno venduto al mondo falsi video di Al Qaeda? I partecipanti hanno convenuto sul fatto che le principali minacce per gli Stati Uniti sono la Cina e la Russia, i cui eserciti sono migliorati tecnicamente e tecnologicamente.
Il generale Joseph Anderson ha rilevato che gli Stati Uniti affrontano minacce dirette che partono da “Paesi moderni che agiscono in modo molto aggressivo nella rivalità militare”. Per questo motivo, al Pentagono ci si prepara ad “azioni militari, che i soldati statunitensi non hanno visto dai tempi della guerra di Corea”, ha affermato il generale William Hicks. A suo avviso, le guerre saranno improvvise, pertanto l’esercito deve mantenere un alto grado di preparazione ed essere in grado di rimpiazzare le perdite. “Nel prossimo futuro la guerra non nucleare sarà estremamente sanguinosa e lunga. Non la fermeremo rapidamente”, ha aggiunto Hicks.
Il capo di Stato Maggiore dell’esercito americano, il generale Mark Milley, ha esortato a prepararsi al fatto che gli avversari possono ottenere la supremazia aerea e limitare le azioni della Marina americana: a tal fine, l’esercito deve essere pronto alla guerra cibernetica, con l’oscuramento dei sistemi di navigazione satellitare e combattimenti in ambienti urbani complessi. Il tutto in un contesto, quello siriano, che nelle ultime ore sta procedendo a passi spediti verso una vera e propria escalation.
Stanchi delle provocazioni Usa a favore di Al-Nusra, i russi si sono detti pronti ad abbattere ogni aereo o missile che dovesse attaccare l’esercito siriano. Il ministero della Difesa di Mosca ha avvertito e diffidato la “coalizione” guidata dagli Stati Uniti nel caso intendesse attaccare ancora le posizioni dell’esercito siriano, sottolineando il fatto che in Siria sono stati posizionati e attivati numerosi sistemi di difesa aerea S-300 e S-400, gli stessi attualmente dispiegati per proteggere le truppe di stanza alla base di approvvigionamento navale di Tartus e alla base aerea di Khmeimim.
Il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha avvertito che il raggio utile che può essere raggiunto da questo sistema d’arma potrebbe rivelarsi come “una sorpresa” per tutti gli oggetti volanti non identificati. Stando al ministero della Difesa russo, qualsiasi aereo o missile che colpisca degli obiettivi all’interno del territorio controllato dal governo siriano, mette in pericolo il personale russo: “Pertanto, eventuali attacchi aerei o missilistici sul territorio controllato dal governo siriano creano una chiara minaccia per i militari russi. Gli equipaggi dei sistema di difesa aerea rischiano di non avere il tempo per determinare le esatte traiettorie dei missili e a chi appartengono. A quel punto tutte le illusioni di chi crede all’esistenza di aerei ‘invisibili’ si scontreranno con una deludente realtà”.
La dichiarazione del ministero della Difesa russo non è caduta dal cielo, ma è giunta in risposta alla notizia riportata da alcuni media occidentali, stando alla quale Washington starebbe valutando l’avvio di attacchi aerei contro le forze governative siriane per evitare la liberazione di Aleppo, vista a Washington come il trionfo militare e politico di Putin e l’assicurazione sulla vita di Assad. “Sono particolarmente preoccupanti le informazioni che indicano quali promotori di queste provocazioni i rappresentanti della Cia e del Pentagono, che nel mese di settembre hanno riferito al Presidente americano della presunta controllabilità dei combattenti della ‘opposizione’, ma che oggi stanno spingendo verso degli scenari ‘cinetici’ in Siria”, fanno sapere dal ministero della Difesa russo, il quale ha ammonito Washington a fare un “calcolo approfondito sulle possibili conseguenze di tali piani”.
Non so se avete ben capito a cosa stiamo andando potenzialmente incontro per la volontà statunitense di dominare il mondo attraverso la destabilizzazione. Nel caso, ve lo dico io: la guerra. E quando i generali cominciano a parlare declinandola a ipotesi che fanno riferimento a un “quando” e non a un “se”, non c’è troppo da stare tranquilli. Basta un errore, basta un aereo abbattuto. E con la guerra, più o meno dichiarata, a novembre non si voterebbe negli Usa. Ciò che il Deep State vuole e che Barack Obama certamente non disdegna. Attenti ai prossimi giorni, ora che i video taroccati non reggono più, gli Usa sono diventati specialisti in false flag. E temo che qualcuna che tramuti russi e siriani in Belzebù agli occhi dell’opinione pubblica occidentale sia dietro l’angolo, in preparazione.
Non a caso, alla plenaria di Strasburgo di giovedì scorso, l’Ue ha condannato i bombardamenti russi e siriani, ma non gli atti dei “ribelli moderati” amici della Clinton o di Al-Nusra. Siamo sul crinale. Attenti a come ci muoviamo.
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