La beffa più terribile arriva dal commento del padre: la colpa è di mia figlia, ha distrutto la nostra famiglia, è tutto distrutto a causa di questa ragazza vergognosa, anche dopo la sua morte ogni cosa è andata distrutta. In sostanza per quest’uomo il male è stato causato dalla figlia, non dal figlio che l’ha ammazzata. Ecco di cosa si tratta, l’usuale storia di persecuzione e odio contro i cristiani che si vive quotidianamente nel Pakistan. Lo scorso agosto Mubeen Rajhu, 24 anni, abitante a Lahore, ha sparato alla testa della sorella Tasleem, 18 anni. Da qualche mese aveva scoperto che la ragazza, senza dire nulla alla famiglia, aveva sposato un cristiano. I colleghi di Mubeen lo avevano avvertito: è una cosa riprovevole, ha insultato la tua famiglia e l’Islam, faresti bene a ucciderla. Il giovane, ha raccontato alla polizia dopo il suo arresto avvenuto solo alcuni giorni fa, di aver provato a convincerla in tutti i modi a lasciare il marito: alla fine visto che non otteneva risultati, ha portato la sorella in casa e le ha sparato alla testa. “Non potevo lasciare che finisse così, pensavo a una cosa sola, ucciderla. Non c’era altra scelta. Non ha detto nulla, non ha urlato, le ho semplicemente sparato ed è morta”. Inizialmente il giovane aveva pensato di uccidersi lui per la vergogna di una sorella che aveva sposato un cristiano, ma i suoi amici lo hanno dissuaso: è meglio se ammazzi lei, gli hanno detto.