-Per gli appassionati di politica non c’è spettacolo migliore delle Elezioni Usa, e non ci riferiamo nello specifico esclusivamente a quelle del 2016. Non sono soltanto due candidati come Donald Trump e Hillary Clinton a rendere spumeggiante la campagna elettorale: le convention organizzate come fossero un grande show, i confronti televisivi seguiti da milioni di spettatori riuniti davanti alla tv come se ad affrontarsi fossero le due finaliste del Superbowl, l’attenzione quasi ossessiva della stampa nei confronti delle dichiarazioni dei protagonisti, tutto concorre a creare un clima di grande attesa e partecipazione nella corsa alla Casa Bianca. Ma come si comportano i divi del cinema di Hollywood e quelli del piccolo schermo americano rispetto a questo grande “spettacolo”? Nelle Elezioni Usa più che mai, l’importanza dei cosiddetti “endorsement”, le dichiarazioni di sostegno da parte di un personaggio pubblico verso l’uno o l’altro candidato, è enorme. I giornali tengono conto di tutti gli endorsement pronunciati dai governatori e dai politici locali, e dopo il voto provano a fare un bilancio: quali appoggi sono risultati determinanti? Quali ininfluenti? Ebbene, nella campagna elettorale più spettacolare di sempre, le star dello show-business americano sembrano leggermente ai margini dell’arena. Secondo molti esperti il motivo principale del parziale disimpegno delle star cinematografiche e televisive americane è particolarmente ovvio: Donald Trump e Hillary Clinton brillano di luce propria, sono loro i duellanti per cui la gente è ben felice di pagare il biglietto. Il motivo che spesso spinge un “vip” a scendere in campo per un politico, e ad alienarsi dunque i favori della fetta di “pubblico” a lui avversa, è che in cambio ha sempre un grande ritorno in termini di immagine e di visibilità. Questa volta però le cose sembrano andare in maniera del tutto diversa: né Trump né Clinton sui loro siti web hanno pensato di dedicare un’apposita sezione agli endorsement ricevuti dai personaggi dello spettacolo; al contrario lo aveva fatto durante le primarie Bernie Sanders, che tra i suoi sostenitori poteva vantare fra gli altri Ryan Gosling, Susan Sarandon, Miley Cyrus, Spike Lee e Rosario Dawson. In particolare Donald Trump non sembra essere per nulla interessato ad ottenere il gradimento di Hollywood. Ne è convinto il professore della Facoltà di Storia della Rice University in Texas, Douglas Brinkley, secondo cui essendo già Trump al vertice della catena alimentare non ha bisogno di un team: è in grado di scalare la vetta da solo. Va detto che nella storia delle Elezioni Usa i Democratici hanno quasi sempre ricevuto un sostegno maggiore e di profilo superiore rispetto ai rivali Repubblicani. A tal proposito in America spesso si è soliti suddividere le star in liste: la A-list raggruppa le stelle di maggiore importanza, la B-list è già un gradino sotto, e il processo continua fino alle liste C e D. Fino a questo momento Trump ha collezionato soprattutto endorsement di volti appartenenti alla C-list. Qualche nome? Diciamo che in Italia il più famoso tra questi è il wrestler Hulk Hogan: non proprio uno di cui ti fideresti se dovessi scegliere il nuovo presidente degli Stati Uniti (qui una foto per chi non lo conoscesse). La dichiarazione di una persona della A-List più somigliante ad un endorsement per Trump è stata pronunciata da Clint Eastwood, che in un’intervista a Esquire disse che se si fosse trovato costretto a scegliere Clinton e Trump avrebbe scelto il secondo. Va decisamente meglio ad Hillary, che alla convention di Philadelphia è riuscita a portare sul palco Meryl Streep, Lenny Kravitz e Katy Perry; tra quanti si sono esposti a suo sostegno, anche con donazioni in denaro, vi sono volti noti come Ben Affleck, Jessica Alba e Richard Gere. Qualche giorno fa addirittura Leonardo Di Caprio avrebbe dovuto fare da padrone di casa a Los Angeles ad un party organizzato per raccogliere fondi per la sua campagna, ma a causa di un imprevisto non ha potuto partecipare e a fare da padroni di casa sono stati due vicini della porta accanto come Jessica Biel e Justin Timberlake, che fra gli altri hanno accolto Jennifer Aniston e Shonda Rhimes (la creatrice di Grey’s Anatomy). Il problema di Clinton, però, è che la presenza delle suddette star al suo fianco non sembra pesare molto in vista del voto: questi endorsement, infatti, spesso contribuiscono a rafforzare l’immagine del candidato, ma non sono decisivi nelle urne. L’unica eccezione, a detta dell’analista Craig Garthwaite fu quella rappresentata dalla dichiarazione di sostegno di Oprah Winfrey a Barack Obama. Oprah, come molti sapranno, è la conduttrice che per 37 anni di fila è entrata nelle case degli americani ogni pomeriggio con il suo talk show. Ha affrontato i temi più scottanti della cronaca e della politica a stelle e strisce e con la sua forte personalità ne ha indirizzato le scelte e i sentimenti. Quando nel 2007, nel corso delle primarie democratiche, Oprah dichiarò apertamente il suo sostegno all’allora senatore dell’Illinois Barack Obama contro Hillary Clinton, una donna bianca come la gran parte delle sue telespettatrici, si stima che oltre un milione di persone decise di andare a votare per quello che sarebbe poi diventato il nuovo Presidente degli Stati Uniti e che senza quei voti non avrebbe trionfato neanche alle primarie del suo partito. Difficile ipotizzare che una celebrità riesca a spostare una mole simile di voti nell’America di oggi. Altrettanto complicato che due candidati così accentratori vengano oscurati da una stella dello show-business. Gli scossoni maggiori sarebbero potuti arrivare soltanto dal mondo della politica: pensate cosa sarebbe successo se Obama avesse negato il suo appoggio a Clinton. E cosa accadrebbe se Putin dichiarasse apertamente che vorrebbe Trump come prossimo presidente degli Stati Uniti? I due contendenti nella corsa alla Casa Bianca, dunque, non sembrano poter beneficiare più di tanto del parere delle stelle di Hollywood, perché ormai è evidente: le star sono loro, il pubblico è pronto a gustarsi lo spettacolo, e noi con loro (Dario D’Angelo).