-C’è tanto di cui parlare in questi giorni di avvicinamento alle Elezioni Usa 2016. Meno di due mesi al voto dell’8 novembre e in America tutto sembra poter essere messo in discussione nella corsa alla Casa Bianca. Soprattutto dopo il malore che ha colpito Hillary Clinton durante il tributo alle vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre di 15 anni fa. Dopo mesi di speculazioni e di attacchi volti a sottolineare che Hillary non aveva la forza e il vigore per prendere in mano le redini del Paese, visto il crollo fisico della Clinton, erano in tanti ad attendersi l’assalto definitivo di Donald Trump, pronto a fiondarsi su un’avversaria apparentemente alle corde. Per una volta, invece, il re dei colpi sotto la cintura, colui che ha bandito nel suo modo di agire il politically correct, per una volta ha deciso di giocare pulito. Fin da domenica sera, a poche ore di distanza dal malore di Hillary a New York, come confermato dalla Cnn, da ambienti della campagna del tycoon ben informati sui piani strategici del candidato repubblicano era trapelata l’intenzione di non commentare le condizioni di salute di Trump. Un modo per non sembrare irrispettoso verso una persona che per quanto possa rappresentare una rivale politica è prima di tutto un essere umano. Un ragionamento normale per molti, ma non scontato per il Trump che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi. Lunedì mattina, come riporta Politico.com, si è avuta la conferma del cambio di rotta del magnate newyorchese. Intervenuto telefonicamente alla trasmissione “Fox & Friends”, Trump ha augurato a Hillary di rimettersi al più presto e, stuzzicato dall’intervistatore, ha cercato di tenersi il più lontano possibile dal toccare la questione “clinica” della sua competitor. Prima si è limitato a dire di saperne quanto tutti, poi è entrato un po’ di più nello specifico dicendo che se ricordava bene l’accesso di tosse che aveva messo in allerta i medici si era verificato la scorsa settimana e quindi probabilmente era dovuto alla polmonite come sostenuto dalla dottoressa Bardack, medico personale di Hillary che ha effettuato la diagnosi. Trump ha proseguito il suo breve commento sulla vicenda augurando alla Clinton di tornare presto in pista e aggiungendo che spera di incontrarla al primo dibattito televisivo del 26 settembre. Parole talmente tanto di circostanza che si fatica a credere che possano essere uscite dalla bocca di Trump. Invece è tutto vero: per la prima volta The Donald ha evitato di gettare benzina sul fuoco preferendo restare a guardare, certo che sarà la stampa stessa a chiedere ulteriori chiarimenti a Hillary sul suo stato di salute. E per fare in modo che tutti i dubbi degli americani si concentrino sulla Clinton, anche Trump è chiamato ad ottemperare ai suoi doveri di candidato alla presidenza. Per questo durante l’intervista ha dichiarato di essersi recentemente sottoposto ad una valutazione clinica e che presto diffonderà l’esito dei vari esami. L’occasione adatta potrebbe presentarsi fra pochi giorni (precisamente giovedì), quando Trump prenderà parte al noto programma medico della NBC “Dr. Oz Show” per discutere del perché la salute dei candidati ha assunto una grande rilevanza in questa campagna elettorale. Un passo avanti gigantesco per un candidato che finora si era limitato a diffondere una paginetta scarna di dettagli scientifici firmata dal suo medico personale Harold Bornstein che più che ad un report medico assomigliava ad uno spot elettorale. E a proposito di spot, eccola chiarita la strategia di Trump, che se da una parte fa un passo indietro per non infierire su un’avversaria che al momento non è nel pieno delle forze, dall’altra batte il ferro finché è caldo cercando di rimarcare l’offesa arrecata dalla Clinton ai suoi elettori. Nei giorni scorsi infatti l’ex Segretario di Stato si era lasciata andare ad una considerazione molto criticata, definendo la metà dei sostenitori di Trump come dei “miserabili” di cui fanno parte “razzisti, sessisti, xenofobi e islamofobi”. Nelle ore successive a questo attacco, incalzata dal team di Trump, la democratica ha dovuto chiedere scusa per aver generalizzato, ma ovviamente allo staff del repubblicano il passo indietro non è bastato per mettere a tacere la questione. Come riferisce Politico, la campagna di Trump ha realizzato uno spot di 30 secondi che verrà rilasciato negli stati in bilico per eccellenza: Florida, North Carolina, Ohio e Pennsylvania. Nel video (che è possibile vedere cliccando qui) si pone in grande risalto il fatto che Clinton abbia offeso e “demonizzato brutalmente” milioni di lavoratori e di brave persone con delle accuse certamente infamanti. Trump stesso, durante l’intervista a “Fox & Friends” ha ammesso che quando è stato informato di quelle dichiarazioni ha chiesto ai suoi collaboratori di verificarle perché non poteva credere che Hillary avesse potuto pronunciarle. Trump ha definito quello di Clinton lo “sbaglio più grande della stagione politica”, rimarcando il tono rabbioso con il quale la democratica ha attaccato i suoi elettori. Sembra quasi che i ruoli si stiano invertendo. In quella che verrà ricordata come la corsa alla Casa Bianca più rissosa della storia, i toni forti utilizzati da Trump fin dall’inizio della campagna elettorale hanno pian piano costretto Hillary ad adeguarsi. Ma quando si segue il nemico su un territorio a lui più familiare ciò che bisogna attendersi è un errore. Hillary ha fatto proprio questo: si è fatta trascinare nell’arena e ha fatto il gioco di Trump, che al contrario adesso tenta di costruire un’immagine di sé rassicurante e presidenziale. The Donald non si è scomposto neanche dinanzi alle provocazioni che Joe Kernen, conduttore del programma “Squawk Box” gli ha rivolto durante un colloquio telefonico sulla CNBC, chiedendogli se avesse tratto un po’ di soddisfazione nel vedere che le sue accuse sulle condizioni di salute precarie di Clinton in realtà non erano teorie della cospirazione come sostenuto dalla democratica:”Nessuna soddisfazione, credimi”. Dà l’impressione di essere cambiato sul serio Donald Trump, o almeno di aver modificato strategia: questo e altro, per battere Hillary Clinton. (Dario D’Angelo)