La moschea di Algeri, chiamata anche Djamaa el Djazair o, come l’hanno ribattezzata gli stessi algerini, La Moschea di Bouteflika, entro il 2017 sarà terminata. A prometterlo, come scrive Corriere.it, è stato lo stesso governo che ha annunciato come dopo la Mecca e la Medina, “avremo uno dei più grandi luoghi di culto dell’umanità”. Sin da ora, la moschea di Algeri sembra vantare un importante record poiché si caratterizza come il minareto più alto del mondo con i suoi 270 metri di altezza, 60 in più rispetto a quello dell’Hassan di Casablanca. I lavori in corso sono realizzati da operai cinesi (come le aziende costruttrici) che lavorano giorno e notte al fine di portare a termine il loro operato. Questo sottolinea, come ribadisce anche il portale Occhidellaguerra.it, il grande interesse della Cina per l’Africa, Paese nel quale sta molto investendo. In Algeria, dal 2000 in poi, grazie anche alla stabilità politica, sono stati numerosi gli investimenti cinesi che si stanno concretizzando nella realizzazione di numerose opere e infrastrutture (il nuovo Teatro dell’Opera e la nuova rete metropolitana rappresentano solo alcuni esempi dell’azione di imprese cinesi). A spiccare ora è però l’importante moschea, pronta a diventare preso vero punto di riferimento per l’intero mondo arabo oltre che simbolo di imponenza nell’intero Paese ed in tutto il Nord Africa.
Il completamento della grande moschea di Algeri, il più imponente minareto al mondo, quasi certamente avverrà dopo il Ramadan. Disegnato da uno studio di architettura canadese, il progetto vede la presenza di ben 12 edifici, 20 mila metri quadrati destinati alla sala preghiera, uno spazio sufficiente ad accogliere 120 mila fedeli. Ed ancora, una scuola per il Corano che accoglierà 300 allievi, una grande biblioteca religiosa con al suo interno un milione di libri e duemila posti a sedere. Completano l’immensa opera la presenza di terrazze, giardini, musei, ristoranti ed un parcheggio gigante in grado di accogliere fino a 5000 auto. Il cantiere va avanti da ormai sei anni e nonostante l’impegno dei lavoratori cinesi, quasi certamente non si riuscirà ad inaugurare la moschea prima del voto legislativo del prossimo maggio. L’intento era quello di celebrare il presidente Abdelaziz Bouteflika ma proprio a causa della complessità dell’edificio record, affiancata ai numerosi imprevisti e ritardi, l’obiettivo non sarà raggiunto. Dopo anni di attesa, però, dal ministero degli Affari religiosi arriva la conferma: “Ora ci siamo e finalmente l’Algeria avrà la grande moschea che sognava da 55 anni, dal giorno della sua indipendenza”. E alle critiche di chi ha considerato l’edificio un monumento al fondamentalismo, il governo ha replicato: “E’ il contrario: uno scudo contro i fanatici e un emblema dell’Islam moderato. Non sarà solo un luogo di culto, ma di cultura, aperto a tutti i saperi e a tutte le scienze”.