«Sulla Brexit dobbiamo restare fiduciosi e determinati, poiché c’è volontà di continuare questi negoziati da entrambe le parti. Ma al tempo stesso, responsabili come siamo, dobbiamo preparare l’Ue per uno scenario di non accordo, che è più possibile come mai prima d’ora»: le parole del Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk risuonano così nella lettera di invito ai leader per il vertice di mercoledì e giovedì prossimo, momento chiave per il futuro della Brexit. Nel proseguire l’invito ai leader europei, Tusk ha rinnovato la speranza di un accordo ma con parole anche molto nette: «Il fatto che ci stiamo preparando ad uno scenario di non accordo, non deve, in nessuna circostanza, deviarci da fare qualsiasi sforzo per raggiungere il miglior accordo possibile per entrambe le parti. Questo dovrebbe essere il nostro atteggiamento mentale in questa fase».
MAY: “POCHI NODI MA MOLTO SERI”
Torna a parlare la premier May in una dichiarazione alla Camera dei Comuni sullo stato dei negoziati con l’Unione Europea in vista dell’imminente Consiglio Ue: «ci sono stati progressi importanti sulla strada di un accordo con l’Ue sulla Brexit», spiega la premier Tory accedendo così qualche speranza “confermata” dalle anticipazioni di Politico.eu uscite ieri, salvo poi ammettere «restano pochi, ma seri nodi da risolvere. Questo è tempo di mantenere la mente fredda». Nel frattempo, fonti dell’Ue a Reuters confermano che si continua a lavorare per un accordo con il Regno Unito, «ma intensifichiamo anche la preparazione a fallimento negoziato». Come dire, “non ci fidiamo troppo della May” in quanto “legata” alle richieste durissime dell’ala pro-Hard Brexit nel suo partito.
PREMIER TORY “UNDER PRESSURE”
Il dossier dell’Irlanda del Nord “è un problema molto serio”: secondo fonti del Governo inglese, il vero ostacolo per l’accordo finale tra Uk e Ue è proprio sul destino irlandese dopo la Brexit (come spieghiamo qui sotto, ndr). Nello specifico comunque, Londra continua a dire no a un ipotetico “backstop” (con il quale l’Europa vuole imporre alla May di mantenere il nord Irlanda dentro il mercato unico) se questo fosse destinato «a creare un qualunque “confine” con Belfast interno al territorio britannico», riporta l’Ansa questa mattina. Le ore sono frenetiche e di grande “pressione” per la premier May che nonostante le buone intenzioni del Ministro Hunt, trova ancora un largo fronte interno di distanza e accusa contro la sua gestione del post referendum Brexit. Nelle prossime ore dovrebbe tenersi un altro vertice tra i due negoziatori Raab e Barnier per provare a tirare le somme, ma per la premier May il “nodo” resta davvero difficile: da un lato i Tory non vogliono accettare le proposte Ue di mantenere l’unione doganale, dall’altra davanti ad una probabile rottura con Bruxelles il Parlamento difficilmente accetterà le misure più “euroscettiche” essendo non da oggi per nulla “convinti” sulla hard Brexit.
MINISTRO ESTERI: “POSSIBILE TROVARE UN BUON ACCORDO”
La questione irlandese ha certamente bloccato l’intesa Regno Unito-Unione Europea, ma fra due giorni esatti, il prossimo mercoledì, andrà in scena un summit dei 27 Paesi dell’Ue che potrebbe comportare buone notizie sul caso della Brexit, dopo il vertice a sorpresa che si è svolto nel fine settimana a Bruxelles. Sostanzialmente, l’ultimo incontro che si è svolto tra il ministro britannico Raab e il capo negoziatore dell’Ue, Barnier, si è concluso con un nulla di fatto ma in vista del nuovo summit a sembrare fortemente ottimista ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt. Secondo quanto riferito da TgCom24, al suo arrivo alla riunione dei 28 a Lussemburgo, il ministro degli Esteri Gb in merito a un accordo sulla Brexit si è espresso con queste parole: “Con la buona volontà da entrambe le parti possiamo arrivarci”. “Se questo succeda questa settimana o no chi lo sa, in ogni caso tutti ci stanno lavorando duramente”, ha chiosato, lasciando così uno spiraglio aperto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DAVIS, “PIANO MAY INACCETTABILE”
Round negoziale Unione Europea-Gran Bretagna, fumata nera per la Brexit: non è stato raggiunto alcun accordo per un’uscita regolamentata dell’UK. Il dossier più scottante è quello della frontiera irlandese, Il Sole 24 Ore sottolinea che la questione è stata rinviata al prossimo vertice europeo, in programma mercoledì sera: non è ancora chiaro se le difficoltà del momento sono il preludio di una crisi o “riflettono tensioni solo momentanee”. E la linea del primo ministro Theresay May non piace a molti, a partire dall’ex ministro David Davis: l’euroscettico nelle ultime ore ha esortato il governo a ribellarsi al plan proposto dalla May. “I programmi sono completamente inaccettabili e devono essere fermati”, le parole di David Davis, con i ministri che devono “esercitare la loro autorità collettiva” per bocciare il piano attuale. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NODO FRONTIERE IRLANDESI
L’accordo che avrebbe garantito al Regno Unito un’uscita sicura dall’Unione Europea con un adeguato periodo di transizione per prevenire shock economici, alla fine non è stato davvero raggiunto come affermato nelle passate ore dal sito Politico.eu che citava fonti diplomatiche. La questione, dunque, resta ancora del tutto aperta e si preannunciano giorni cruciali per Londra e per la Brexit. Il capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier, tramite un messaggio pubblicato su Twitter ha fatto sapere che nonostante gli sforzi intensi dopo l’incontro con Dominic Raab ed il gruppo dei negoziatori britannici “alcune questioni chiave restano aperte”. Al centro di queste questioni non ancora risolte si pone il nodo delle frontiere irlandesi. La strada verso un accordo di divorzio sulla Brexit tra Regno Unito e Ue, dunque, è ancora ricco di ostacoli, come confermato in una nota anche dalla premier Theresa May e dal ministro Raab che, come spiega l’Ansa, hanno ribadito la volontà del governo di Londra di “fare progressi” per giungere all’intesa. Il prossimo appuntamento per discutere delle trattative sulla Brexit non ci sarà prima del summit di mercoledì sera, come specificato da alcune fonti all’Ansa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MAY SOTTO PRESSIONE
Resta in bilico l’accordo per la Brexit ma sono ore cruciali per una possibile intesa tra Regno Unito ed Unione Europea. Come riportato da Il Messaggero, decisivi saranno a Bruxelles le decisioni dei leader nel vertice di mercoledì, e a Londra le fibrillazioni della maggioranza che sostiene il governo Tory, dove Theresa May fatica a contenere i venti di rivolta, sempre più stretta tra i falchi e non solo che paventano addirittura un ammutinamento. In ogni caso c’è chi si sbilancia, come la Sueddeutsche Zeitung, secondo cui ormai sarebbe tutto fatto, salvo il possibile inciampo nei “dettagli” finali. In ogni caso a Downing Street e dintorni, intanto, viene caldeggiato un invito alla cautela rispetto all’interesse attribuito agli ambienti Ue di ottenere un’intesa «intransigente». Secondo diverse fonti, infatti, potrebbe trattarsi di teatrino diplomatico che, tramite qualche aggiustamento limitato, potrebbe consentire al governo di Sua Maestà di poter dire d’aver strappato qualcosa in più nella trattativa. (agg. di Dario D’Angelo)
BARNIER SMENTISCE INTESA
Dopo la notizia data da Politico.eu sembrava che molto potesse risolversi, ora però c’è la più classica delle “smentite” caute: il capo negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, ha fatto confermato che «Abbiamo incontrato Dominic Raab ed il gruppo dei negoziatori britannici. Nonostante gli sforzi intensi, alcune questioni chiave restano aperte». Vuol dire tutto e niente, nel senso che potrebbe essere un modo per far riflettere tutti i soggetti in campo prima dell’annuncio definitivo al Vertice Ue, oppure l’ennesima battuta d’arresto (l’ultima?) nella lunga disfida tra Londra e Bruxelles. Secondo tre fonti diplomatiche dell’Ansa, «Le trattative sulla Brexit non riprenderanno in vista della cena a 27 al summit di mercoledì»: ciò significa che saranno i leader dei 27 Paesi Ue a dover decidere come procedere in vista dei prossimi decisivi step diplomatici. Secondo Barnier, «dubbi ancora su meccanismo di garanzia, il cosiddetto “backstop”, per evitare infrastrutture alle frontiere irlandesi. Aggiornerò i 27 e l’Eurocamera sui negoziati sulla Brexit».
C’È L’ACCORDO SULLA BREXIT?
A sorpresa, nella coltre delle complesse diplomazie ancoriate tra Ue e Regno Unito, forse la fine di tunnel della Brexit si intravede: secondo Politico.eu e la Reuters ci sarebbe il tanto agognato “accordo” per l’uscita “pacifica” della Gran Bretagna dall’Unione Europea dopo il referendum “choc” del 2016. Tutto parte dal vertice a sorpresa tra Dominic Raab – capo negoziatore di Londra per la Brexit – e Michel Barnier, che rappresenta l’Ue nella vicenda inglese: al termine dell’incontro sono stati convocati d’urgenza gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue, il che avrebbe dato la “conferma” mediatica di un qualcosa che effettivamente si sia smosso nel vertice europeo. All’incontro degli ambasciatori parteciperanno proprio tutti i rappresentanti degli Stati Europei, esclusa la Gran Bretagna: come nota l’Ansa, potrebbe essere imminente l’annuncio di una intesa. Oppure, da non scartare, potrebbe voler dire anche che l’intesa non è stata raggiunta.
BREXIT, VERTICE A SORPRESA TRA I CAPI-NEGOZIATORI
Fra tre giorni si terrà il summit europeo che dovrebbe essere decisivo per i termini della separazione: il Consiglio Ue infatti del 17-18 ottobre sarà dedicato, oltre alla vicenda immigrazione, al delicatissimo nodo della Brexit. In teoria, sarebbe stato il fine ultimo per il termine dei negoziati Ue e la possibilità di un accordo era davvero ridotta al lumicino: ora però, dopo la svolta di oggi potrebbe cambiare qualcosa e “stravolgere” quanto si andava scrivendo ancora negli ultimi giorni. Il ministro delle Finanze britannico Philip Hammond, va detto, ha ammesso nei giorni scorsi che è «estremamente ambizioso immaginare di raggiungere un accordo durante il summit». E se l’accordo fosse stato raggiunto addirittura prima?