Sta facendo il giro del web la notizia dello scienziato in Antartide che ha accoltellato al cuore il suo collega (fortunatamente salvo), perché quest’ultimo anticipava all’aggressore il finale dei libri. Sulla vicenda è intervenuto Alexander Klepikov, il direttore dell’Arctic and Antarctic Research Institute, la stazione creata dai sovietici nel 1968, dove è appunto avvenuto il fattaccio: «Sono entrambi scienziati professionali – racconta, come riporta l’edizione online di TgCom24.it – che hanno lavorato a lungo in queste regioni e nelle nostre basi: gli investigatori riveleranno cosa ha scatenato la furia». La sensazione circolante è che il folle gesto di Savitsky, così si chiama l’accoltellatore, sia il risultato di una serie di concause, a cominciare dall’alcol, dal fatto di vivere alienati per mesi in una delle zone più impervie al mondo, e probabilmente, anche da un certo astio nei confronti del collega. L’arrestato, una volta fermato, ha confessato: «Sì, l’ho accoltellato, non ne potevo più, ma non volevo ucciderlo, sono essere rammaricato per ciò che è successo». A dicembre il processo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PRIMO CASO IN ANTARTIDE
Primo caso di tentato omicidio in Antartide. A raccontare la curiosa, ma reale vicenda è il Sun. Lo scorso 9 ottobre nella base di King George Island, isole della South Shetland, si è verificato un tentato omicidio da parte di Sergey Savitsky. Lo scienziato russo ha tentato di uccidere con un coltello il collega Oleg Beloguzov. Il motivo? “Mi rilevava il finale dei gialli” ha raccontato l’aggressore. Savitsky, costretto a passare diversi mesi all’interno della stazione di Bellingshausen, aveva cominciato a leggere romanzi gialli per passare il tempo, ma il collega Beloguzov spoilerava sempre prima il finale dei libri. Questo è accaduto diverse volte con i due uomini protagonisti di diversi diverbi e liti, fino al tentato accoltellamento da parte di Savitsky che ha preso un coltello da cucina e ha colpito il collega al cuore. Nonostante la coltellata proprio vicino al cuore, Oleg Beloguzov è riuscito a salvarsi. Trasportato d’urgenza presso la stazione di Bellingshausen, sull’isola di King George, in Cile, l’uomo è ricoverato in terapia intensiva, ma non è in pericolo di vita. Per l’aggressore è scattato l’arresto, ma dal 20 ottobre lo scienziato russo è tornato a San Pietroburgo dove è agli arresti domiciliari in attesa della partenza del processo per tentato omicidio. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
TENTATO OMICIDIO
Accoltella un collega in Antartide per dei romanzi. La solitudine, le condizioni climatiche estreme, la lontananza delle famiglie: sono purtroppo cause che possono sviluppare comportamenti mentali deleteri, anche violenti. Senza voler citare per forza il noto film Shining, dove uno scrittore (Jack Nicholson) solo con la famiglia a fare da custode invernale di un hotel sperduto tra i monti, impazzisce e cerca di sterminare la famiglia, un caso analogo è accaduto nella base di King George Island all’Antartide nei giorni scorsi. E’ il primo caso di violenza che si registra in questo remoto continente, nonostante da decenni sia abitato da missioni scientifiche. E’ successo che uno studioso russo, Sergey Savitsky, 55 anni, ha accoltellato il collega Oleg Beloguzov. Il motivo? Incredibilmente banale ma che la dice lunga del grado di alterazione mentale che si raggiunge in quelle condizioni di vita (pare ci fosse anche abuso di alcol nella base): Beloguzov rivelava al collega (erano insieme da ben quattro anni) la fine dei libri gialli che lui stava leggendo.
SPOILERING PERICOLOSO
Un autentico dispetto come ben sanno tutti che sono stati vittime di questi pessimi scherzi. Ma in questo portato ha spinto un uomo oltre il limite: accoltella il collega. “Lo spoilering dei gialli è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma la vita in mezzo al niente, alienati dal mondo, ha influito nel raptus aggressivo” hanno commentato gli investigatori. Fortunatamente l’autore dello spoiler non è morto, anche se in condizioni molto gravi, mentre il collega è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Il caso, per gli psicologi e gli analisti, è comunque interessante e potrebbe essere indagato a fondo: sono le condizioni di vita (solitudine, clima) a generare stat di violenza e di scherzi malvagi o tali condizioni sono già presenti e la situazione li porta ad emergere? Cosa succederebbe ad esempio agli astronauti lasciati soli nello spazio per lunghi periodi? Stragi?