Giallo di Salisbury, ex spia russa e figlia avvelenati con gas nervino/ Scotland Yard conferma, Skripal gravi

- Emanuela Longo

Giallo di Salisbury, ex spia russa e figlia avvelenati con gas nervino: arriva la conferma dell'antiterrorismo di Scotland Yard mentre le vittime ed un poliziotto restano gravi.

scotland_yard_pixabay Scotland Yard, caso ex spia russa Skripal

Continua il giallo di Salisbury, in Inghilterra, dove la scorsa domenica Serghei Skripal, ex spia russa e la figlia Yulia sono stati colti da un malore misterioso. Ora, pare che l’avvelenamento di cui sono stati vittime padre e figlia, rinvenuti accasciati a terra e privi di sensi, sia da attribuire a un “tentativo di omicidio” attraverso l’impiego di gas nervino. A riferirlo, come spiega Corriere.it, è stata Scotland Yard tramite il suo responsabile della sezione antiterrorismo, Mark Rowley, che ha invitato eventuali testimoni a farsi vivi fornendo qualunque tipo di informazione che possa essere ritenuta utile alla soluzione del giallo. Rowley, citando l’impiego del gas nervino non ne ha indicato il tipo specifico né il modo in cui l’ex spia russa e la figlia ne sarebbero rimasti avvelenati, ma secondo la polizia, Skripal sarebbe stato il “bersaglio mirato” senza tuttavia avanzare alcuna ipotesi dettagliata sul possibile movente che avrebbe spinto ad una azione simile. Intanto le condizioni delle due vittime che sarebbero state colpite da un’azione ritenuta deliberata, sarebbero molto critiche. Il ristorante ed il pub di Salisbury nell’area del centro commerciale in cui padre e figlia sono stati colti dal misterioso malore, restano chiusi in via precauzionale, come deciso dall’antiterrorismo inglese.

SALISBURY, LE CONDIZIONI DI SERGHEI E DELLA FIGLIA

L’ex spia russa Serghei e la figlia 33enne Yulia Skripal restano ricoverati in ospedale, in terapia intensiva, e le loro condizioni continuano ad essere giudicate ancora “critiche”. Resta in gravi condizioni anche il poliziotto che per primo è giunto sul posto per prestare soccorso alle due vittime. Insieme a lui furono condotti prontamente in ospedale anche altri agenti, i quali sono stati però dimessi dopo i necessari accertamenti. Il merito all’accaduto, riporta Repubblica.it, Mosca si è detta assolutamente estranea ed anzi si è dichiarata disponibile a cooperare con la polizia inglese per fare luce totale sul caso. Al tempo stesso, Boris Johnson, ministro degli Esteri, ha voluto replicare con un severo monito rivolto alla Russia: “Il governo britannico considera prematuro fare congetture sull’inquietante incidente. Ma se i sospetti di una responsabilità di Stato della Russia saranno confermati, Londra reagirà in modo appropriato e solido”. Quello avvenuto ai danni di Serghei Skripal e della figlia Yulia, non rappresenta il solo caso di avvelenamenti misteriosi a carico di cittadini russi in Gran Bretagna. Nel 2006 capitò una sorte simile a Aleksandr Litvinenko, l’ex-spia del Kgb sovietico deceduto dopo aver bevuto tè contaminato con il polonio radioattivo. In quel caso furono ritenuti colpevoli due ex agenti russi, mentre il mandante fu riconosciuto in Putin o in un suo collaboratore. Mosca, ovviamente, respinse ogni accusa.





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