Non ha avuto bisogno di andare in Siria o in Iraq per diventare una terrorista jihadista come tante altre ragazze che nei passati anni lasciavano il Regno Unito affascinate dalla propaganda dell’Isis. Safaa Boular, all’epoca 16 anni, aveva conosciuto su internet un reclutatore dello stato islamico, come tutte le ragazzine si era innamorata della figura “eroica” del combattente, tale Naweed Hussain poi morto sotto a un bombardamento. Così, talmente infatuata, aveva convertito alla causa anche la madre, Mina Dich, e la sorella Rizlaine oggi 22enne. Una cellula terroristica interamente femminile. Vivevano nella zona di Vauxhall a Londra e avevano inventato un linguaggio in codice per comunicare fra loro, ispirato al libro Alice nel paese delle meraviglie: “ananas” erano le bombe a mano, l’invito per il the era il segnale d’attacco. Tra i tanti piani studiati dalle tre donne anche quello di uccidere nientemeno che Barack Obama, ma soprattutto colpire il British Museum. Nel 2017 Safaa provò a recarsi in Siria ma fu proprio in quell’occasione che venne arrestata. La madre e la sorella vengono invece arrestate con un blitz nella loro abitazione: colpita da proiettili, Rizlaine viene trascinata fuori della casa sanguinante mentre urla ai poliziotti: non toccatemi, non toccate le mie vesti. Pur rischiando di morire, la ragazza tiene di più alla blasfemia degli infedeli.
LA TEENAGER JIHADISTA
Figlie di genitori marocchini separatisi in maniera rabbiosa, Safaa era rimasta maggiormente attaccata al padre, la madre aveva seri problemi mentali forse dovuti all’alcolismo. Nessuno in famiglia era musulmano praticante, ma con illpassare del tempo la madre si era auto convertita all’Islam più rigoroso, pur non frequentando moschee. Islam fai da te, imponendolo anche alle figlie. Durante il processo la giovane ha rivelato le violenze subite dalla madre, la sua mancanza di affetto nei confronti delle figlie, insomma un quadro psicologico che poteva solo portare al terrorismo. Fu la strage di Parigi del novembre 2015 la svolta: finalmente aveva qualcosa in cui credere. Adesso le tre donne si trovano sotto processo, rischiano pesanti condanne. Sono molte secondo gli esperti le giovani donne che si danno allo jihadismo: in Marocco è stata sgominata una cellula interamente composta da donne, mentre lo scorso anno era un gruppo di donne che doveva effettuare un attentato alla cattedrale di Notre Dame a Parigi. Il terrorismo in Europa è più vivo che mai e trae la sua forza come sempre da storie di disagio sociale.