Ormai è scontro totale fra l’Italia e la Francia, fra il governo del Bel Paese, e il presidente d’oltralpe, Emmanuel Macron. Le dichiarazioni recenti del francese, che condannano fermamente il populismo e il nazionalismo italiano, sono il sinonimo di una profonda frattura fra le due nazioni, così vicine ma così diverse. Del resto Macron è uno dei massimi esponenti dell’Europa, a differenza invece dei due vice-presidenti del consiglio italiani, Salvini e Di Maio, che si sgancerebbero volentieri dall’Unione Europea e magari anche dall’Euro. Una frattura accentuatasi ancora di più dopo il recente incontro a Milano fra il ministro dell’interno e il premier ungherese Urban, al termine del quale si sono creati due sorti di blocchi: chi predica accoglienza come la Francia e la Germania, e chi invece vorrebbe chiudere le frontiere, come appunto l’Ungheria e l’Italia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“CROLLA UN PONTE ED E’ COLPA DELL’EUROPA”
L’Italia e la Francia non si amano, ed in particolare, il presidente transalpino Macron, e il ministro dell’interno del Bel Paese, Salvini. I due non hanno fatto mai nulla per nascondere l’astio reciproco, e più volte non se le sono mandate a dire. L’ultimo capitolo di questa vicenda porta la firma del vicino di casa d’oltralpe, che ha messo nel mirino il governo italiano, a suo modo di vedere troppo populista e nazionalista per via dei continui attacchi all’Unione Europea. «Un ponte crolla – le parole di Macron riportate dall’edizione online de Il Giornale – ed è colpa dell’Europa, la demografia galoppante in Africa, è l’Europa!».
“POPULISTI E NAZIONALISTI”
Ma non finisce qui, perché il francese non lesina altre accuse alla nostra nazione: «Al termine di tre giorni in Nord Europa per me la scelta è semplice. Ci sono coloro che hanno la volontà di prendere l’Europa in ostaggio e di dire che tutti i problemi provengono dall’Europa. Non sono altro che coloro che chiamiamo populisti, sono i demagoghi nazionalisti». Secondo l’inquilino dell’Eliseo, le nazioni che attaccano l’UE, a cominciare dall’Italia, dimenticano ciò che la stessa Europa ha dato loro negli ultimi 70 anni: «Vogliono una cosa: la divisione – aggiunge – il ripiego nazionalista, dietro ogni piccola che ci divide».