Erano alla ricerca di un’ostetrica che avesse voglia di lavorare in Uganda senza stipendio, e con l’80% delle spese a proprio carico. Un annuncio folle potrebbe pensare qualcuno, e invece… e invece ne hanno trovate sessanta. La vicenda, quasi una favola, ha come protagonisti i volontari dell’Icad onlus di Amelia del Centro Servizi per il Volontariato di Terni, che negli scorsi giorni hanno pubblicato appunto su Facebook un annuncio per ricercare una volontaria ostetrica non retribuita che avesse voglia di intraprendere un lungo e avventuroso viaggio: «Per la prossima missione – si leggeva sul post pubblicato sul social network – ricerchiamo un’ostetrica che affianchi il personale sanitario locale della Maternità di Morulem, nel nord dell’Uganda, nella regione del Karamoja». Moltissime le candidature presentate, più di 60 in totale, di giovani ostetriche interessate all’esperienza che durerà in tutto un mese. «È una cosa straordinaria – ha commentato il presidente della Onlus, Luca Del Moro – considerate anche le preoccupanti notizie degli ultimi tempi. È bellissimo parlare con queste giovani che si candidano, sentire il loro entusiasmo e la loro voglia di aiutare altre donne, lontano dalla propria casa, mettendo in secondo piano anche i potenziali rischi».
CERCASI UN’OSTETRICA PER L’UGANDA GRATIS: SI CANDIDANO IN 60
Alla fine, fra le 60 candidate, ne verranno scelte soltanto un paio per partecipare alla missione, ma chissà che per le altre non vi sia spazio per una missione futura, visti i molteplici progetti in corso in Uganda da parte della Icad: «A Kaabong – ha aggiunto Del Moro – cercheremo anche di concludere l’attività di progettazione e costruzione di un piccolo pronto soccorso a favore degli IK, una tribù di cacciatori e raccoglitori. A Karenga contiamo di riavviare la scuola di cucito. A Kampala incontreremo un contatto del luogo che vorrebbe costruire una scuola per bambini abbandonati. A Lorengedwat incontreremo il religioso padre George, per ispezionare lo stato della piccola officina. Infine puntiamo a rafforzare la nostra collaborazione con la popolazione locale, facendo partecipare alla missione anche una ragazza del luogo».