Non solo Sardegna in questa domenica elettorale: sono in corso infatti le Elezioni Presidenziali in Senegal, uno degli Stati più stabili dell’Africa a pur sempre un appuntamento da seguire con la massima attenzione per evitare il rischio di brogli e tensioni ai seggi come purtroppo già successo nelle ultime votazioni sul referendum costituzionale del 2016 (quando venne cambiato il mandato del Presidente da 7 a 5 anni). Urne aperte a Dakar e in tutto il Paese per la sfida tra i 5 candidati Presidente ove presenza – con i favori del pronostico alla vigilia – anche l’attuale leader uscente Macky Sall. Le opposizioni in questi ultimi mesi hanno denunciato il Presidente di aver fatto non solo molto poco per migliorare le condizioni di vita e società dei senegalesi ma anche di aver forzato l’esclusione dalle liste elettorale di alcuni partiti d’opposizioni acerrimi nemici di Macky Sall. In particolare, come segnala il Post, sono Khalifa Sall, ex popolare sindaco di Dakar (capitale del Senegal), e Karim Wade, figlio di un ex presidente senegalese, ad essere stati esclusi dalla competizione delle Presidenziali 2019.
SENEGAL, OCCHI PUNTATI SU SONKO
In conseguenza di quell’esclusione, Sall ha di fatto messo “ko” i due partiti – Socialista e Democratico – che hanno segnato da pieni protagonisti le politiche in Senegal dall’indipendenza fino ad oggi. L’eventuale secondo turno delle Elezioni (se nessuno dei 5 candidati riuscirà ad ottenere la maggioranza) è fissato per domenica 24 marzo prossima: oltre all’attuale Presidente che punta al secondo mandato col ruolo di favorito, gli sfidanti sono l’ex avvocato dell’ex presidente Wade, Madické Niang, il professore Issa Sall, deputato dell’Assemblea nazionale, l’ex primo ministro Idrissa Seck e da ultimo il più giovane e outsider Ousmane Sonko. Occhi puntati proprio sul candidato “anti-imperialista” che in campagna elettorale si è detto alquanto contrario al Franco delle colonie (proprio quello avanzato da Di Mio e Di Battista come “indegna ingerenza francese” nelle politiche in Africa, ndr) in favore invece di una moneta locale più forte in grado di far progredire il Senegal, ad oggi uno dei Paesi più ricchi al mondo (ma non il popolo, purtroppo) per la presenza di diamanti e altri giacimenti preziosi. Ex ispettore della tasse, Sonko prova il “colpaccio” anche se sarà dura battere il favoritissimo Sall: come ha spiegato l’africanista dell’Agenzia Dire, Vincenzo Giardina (intervistato da Vatican News) «Devono fare i conti con alcuni progetti infrastrutturali, che sono stati anche una vetrina internazionale per il Senegal e su cui l’attuale presidente Sall ha puntato negli ultimi anni, in particolare nella fase finale del suo mandato».