Fa discutere quanto accaduto in Nuova Zelanda dove ad una ragazza britannica è stato negato il Visto e il permesso di soggiorno perché down. La storia raccontata dal Corriere della Sera vede come protagonista la quindicenne Bumikka Suhinthan, la cui vicenda sta facendo il giro del web: madre, padre e le due sorelle hanno ottenuto agevolmente il “lasciapassare”, ma non quella ragazzina speciale, la cui presenza è stata ritenuta indesiderata. L’intera famiglia, originaria dello Sri Lanka, aveva deciso di trasferirsi ad Auckland dopo che la mamma aveva ricevuto un’offerta di lavoro da 150mila euro all’anno. Peccato però che a novembre scorso, un mese prima della data del trasloco dall’Europa, le autorità abbiano rigettato la richiesta di visto: «Non dimostra un accettabile standard di salute – le motivazioni – e per questo caricherebbe di costi significativi sistema sanitario ed educativo». Un colpo allo stomaco per i genitori di Bumikka: «Non sapevamo neppure come spiegarglielo – hanno raccontato – l’abbiamo sempre aiutata a credersi uguale agli altri. E adesso? Che cosa possiamo dirle dopo questa mazzata?».
15ENNE RIFIUTATA DALLA NUOVA ZELANDA PERCHÉ DOWN
La famiglia Suhinthan, per provare a mediare, si era detta pronta a pagare gli 8mila euro annui dell’insegnante di sostegno, ma anche questa proposta è stata rimandata al mittente con un’altra replica che lascia allibiti: «Pur simpatizzando per la situazione della famiglia – la risposta di un portavoce dell’ufficio immigrazione – la presenza di Bumikka a scuola lascerebbe necessariamente fuori un bambino neozelandese impedendogli di usufruire del sostegno necessario». La madre, Nilani, 52enne esperta di Information Technology, si dice incredula e nel contempo affranta: «Bumikka cammina, parla, fa tante cose: ha soltanto bisogno di un aiuto a scuola». Una situazione che ha obbligato la donna a rifiutare quell’allettante proposta di lavoro: «Non potevo mica trasferirmi con il resto della famiglia lasciando indietro una figlia». Già in passato Nuova Zelanda e Australia avevano negato il permesso di soggiorno a minori con la sindrome di down.