TERZA GUERRA MONDIALE/ Jean: attenti all’arma segreta di Kim contro il Giappone. E Trump…

- int. Carlo Jean

Kim Jong-un sembra approfittarsi delle tensioni in atto tra Corea del Sud e Giappone, rilanciando l'opzione militare. Trump si trova con le mani legate

ambasciatore corea del nord Il leader della Nord Corea Kim Jong-un (LaPresse)

Nuove misteriose armi “hi-tech” spaventano il mondo. In un comunicato si fa sapere che l’esercito nordcoreano, con la presenza soddisfatta di Kim Jong-un, ha testato armi che nessuno precisamente sa cosa siano, anche se viene alla mente con preoccupazione quanto annunciò Putin lo scorso marzo, parlando di un nuovo missile nucleare “hi-tech” in grado di volare senza essere intercettato. Potrebbe essere un’arma di questo tipo quella testata da Pyongyang. E’ un dato di fatto (l’ultimo episodio risale a pochi giorni fa) che gli aerei spia americani continuano a fotografare siti dove si continuerebbero a produrre armi nucleari, nonostante l’accordo preso tra Kim Jong-un e Donald Trump. Ne abbiamo parlato con Carlo Jean.

Che cosa significa secondo lei tutta questa attività militare nordcoreana alla luce degli impegni presi con gli Stati Uniti sulla denuclearizzazione?

C’è da dire che la cancellazione delle sanzioni da parte americana, promessa nell’incontro fra i due presidenti, non è mai stata mantenuta. Questo fatto potrebbe aver fatto innervosire Kim Jong-un, che ha drammaticamente bisogno di aiuti economici.

Starebbe dunque mandando dei segnali intimidatori?

Di fatto non è una novità che Pyongyang continui a fare esperimenti nucleari e quindi questa attività giustificherebbe il fatto che gli americani non vogliono togliere le sanzioni.

Bisogna dunque preoccuparsi? La scorsa settimana il delegato nordcoreano per l’accordo di denuclearizzazione era atteso a Washington da Mike Pompeo ma ha rinviato la visita.

Non direi che bisogna preoccuparsi, siamo nell’ambito di un normale “tira e molla” uguale a qualunque negoziato diplomatico. Succede sempre così, nessuno aveva detto che l’incontro fra Kim Jong-un e Trump avrebbe risolto tutto. I due paesi si stano evidentemente mandando dei segnali.

Trump anche recentemente su twitter ha scritto più volte che il regime non è più una minaccia, è davvero così?

E’ vera piuttosto un’altra cosa, che l’alleanza americana in quel settore in questo momento è piuttosto in crisi e perciò Trump ha le mani legate. Non può permettersi di sbilanciarsi.

Ci può spiegare cosa succede?

Sta succedendo che i rapporti tra Corea del Sud e Giappone in questo momento sono molto incrinati e questo pesa sull’alleanza dei tre paesi. Inoltre la Corea del Sud rimane il paese che ha più interessi di tutti a tenere buoni rapporti con i cugini del Nord, come ha dimostrato il nuovo presidente, che non intende cambiare atteggiamento. Anche senza armi nucleari, Pyongyang è in grado di colpire Seul con armi strategiche.

Qual è il motivo di questa crisi?

La solita vecchia questione degli abusi perpetrati dai giapponesi sulle donne coreane durante la Seconda guerra mondiale. C’è poi l’annoso problema delle isole contese, quelle di Dokdo, occupate dalla Corea del Sud alla fine della Seconda guerra mondiale e sempre rivendicate dal Giappone. La scorsa estate, come fa ogni anno Seul, le forze armate si sono esercitate al largo delle isole e questa volta Tokyo si è infuriata più delle altre volte protestando a livello internazionale.

Dobbiamo temere un’invasione del Giappone in Corea del Sud invece che quella nordcoreana?

Certamente no, i due paesi restano legati per mezzo dell’alleanza con gli Stati Uniti, ma ci sono ritorsioni economiche in atto. Gli americani devono fare da sempre da mediatori tra i due paesi, ma una crisi come questa indebolisce tutta l’alleanza e Kim Jong-un evidentemente ne approfitta.





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