Una nuova fossa comune è stata trovata nelle scorse ore in Siria. Nell’ex capitale Raqqa, teatro di scontri sanguinosi fra l’Isis e le forze della coalizione, vi erano circa seicento cadaveri in un’enorme buca, addirittura 800 secondo alcuni media di stampo internazionale. A rendere nota la notizia sono gli arabi di Sky News citando fonti mediche: «Sono ancora in corso le operazioni di recupero – le parole di Yasser al Khamis, il direttore delle squadre di pronto intervento – delle salme dalla fossa scoperta nel villaggio di Fakhiha, a sud di Raqqa». Un vero e proprio massacro quanto avvenuto negli ultimi giorni in quella zona della Siria, visto che nella provincia sono stati recuperati circa 3.310 corpi, di cui 550 non identificati. Secondo alcune stime, l’Isis potrebbe lasciare alle spalle una quindicina di fosse comuni, che se dovessero contenere una media di 500 corpi l’una equivarrebbe ad un totale di 7.500 morti, tutte persone che si sono opposte al regime del terribile califfato nero. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SIRIA, SCOPERTA UNA NUOVA FOSSA COMUNE
Una nuova fossa comune è stata scoperta in Siria. Come riferito in queste ultime ore da numerosi media internazionali, nei pressi di Raqqa, una delle città più devastate dalla guerra dove ormai da anni si combatte fra lo Stato Islamico, le forze curdo-siriane e la coalizione guidata dagli Stati Uniti, ben 600 cadaveri sono stati ritrovati, molto probabilmente tutte vittime del Califfato nero dell’Isis. I corpi sono stati riesumati stamane in quel che per tre anni, fino al 2017, è stata la capitale della Siria. Purtroppo non è la prima volta che vengono scoperte delle fosse comuni in quella zona del mondo, e per l’esattezza si tratta della 14esima scoperta solo nelle città di Raqqa e dintorni. Sconcerto da parte della comunità internazionale dopo la scoperta di questo cimitero a cielo aperto, simbolo della macabra e infinita violenza dello Stato Islamico nei confronti degli infedeli, tutti coloro che di fatto non accettano il loro volere e il loro credo.
SIRIA, FOSSA COMUNE A RAQQA
Raqqa è stata per anni una roccaforte dei fondamentalisti islamici estremi, e durante la loro egemonia hanno seminato l’odio e il terrore trucidando indistintamente donne, bambini, anziani, ragazzi e uomini, spesso e volentieri, mostrando pubblicamente le violenze. E’ molto probabile che fra le 600 persone scoperte vi siano molti oppositori proprio del regime del califfato nero, che hanno pagato con la propria vita la “colpa” di avere idee differenti. E fra i corpi rinvenuti, come sottolinea l’edizione online de Il Messaggero, potrebbe esservi anche quello di un italiano, precisamente il prete gesuita Paolo Dall’Oglio, che era scomparso proprio da Raqqa a luglio del 2013: secondo alcune fonti il nostro connazionale sarebbe stato catturato cinque anni e mezzo fa dall’Isis, che era già presente all’epoca in città. Padre Paolo ha dedicato una vita al dialogo nel paese, iniziando la sua attività in Siria da gesuita negli anni ’80.