Era tutto nato qualche ora fa da un comunicato ufficiale del Governo del Venezuela che allarmava la popolazione di un possibile e “imminente” tentato colpo di stato contro Nicolas Maduro: poi la situazione degenera ulteriormente con la notizia che un giudice della Corte Suprema di Caracas – Christian Zerpa, ex alleato e braccio destro del Presidente Maduro – è fuggito negli Usa da dove poi ha lanciato un durissimo attacco contro il dittatore venezuelano nel corso di una lunga intervista alla Florida Evtv. «Le elezioni dell’anno scorso non sono state libere: Maduro manipola costantemente e sistematicamente gli affari della Corte Suprema», le accuse più importanti mosse da Zerpa nei confronti di chi, ereditando il potere semi-assoluto di Chavez ha se possibile fatto ancora peggio in termini di “gestione della cosa pubblica”, acuendo divisioni sociali e scatenando omicidi politici e minacce a tutti gli oppositori del suo Governo. La Corte Suprema, di risposta, ha fatto sapere che il giudice in realtà sia scappato per «sottrarsi alle accuse di molestie sessuali contro di lui» ma è palese quanto siano poco credibili accuse da chi considera la Corte Suprema come la “continuazione” della propria Presidenza.
VENEZUELA: “USA PROMUOVE COLPO DI STATO”
Le accuse di Caracas contro gli Usa di Donald Trump erano però già piuttosto decise ancor prima della fuga del giudice Zerpa (o forse lo sapevano già?): «tentativo degli Stati Uniti di realizzare un colpo di Stato contro il governo costituzionale e democratico del presidente Nicolás Maduro promuovendo il disconoscimento delle istituzioni legittime e democratiche dello Stato venezuelano». Il comunicato di Maduro pone l’attenzione su una «serie di azioni ostili a partire da falsi presupposti con cui si manipola la verità, con il proposito di rompere la stabilità istituzionale e la pace del Venezuela», con la conclusione che si poggia sulla convinzione che dal 2002 Washington abbia tentato di finanziare azioni violente per un change-regime con la forza, non da ultimo l’attentato in pieno agosto contro il Presidente Maduro, tra l’altro poi rivelatosi fallimentare. Va detto che Zerpa fu lo stesso giudice che nel 2016 giustificava con parere legale la decisione di Maduro di togliere ogni potere il Parlamento ed era considerato dal Presidente come l’alleato più sicuro nella Corte Suprema: ora però il magistrato ha spiegato di aver preferito «non criticare pubblicamente i risultati delle elezioni» per poter lasciare il Venezuela con la sua famiglia in modo più sicuro. Il Paese è in piena tensione pre-scontri tra i cittadini, specie dopo quanto avvenuto due giorni fa quando l’Assemblea Nazionale (controllata dall’opposizione) ha rilanciato «Riaffermiamo l’illegittimità di Maduro» non riconoscendo il risultato delle elezioni ben poco libere degli scorsi mesi.