Si è chiuso uno dei (certamente tanti) filoni processuali a carico di Fabrizio Corona che in questi giorni si è presentato in un tribunale milanese per una denuncia presentata da un’ex cliente che l’aveva accusato di tentata estorsione, sostenendo che il re dei paparazzi avrebbe usato come leva del presunto ricatto un video hot che aveva girato all’insaputa della ricorrente: il verdetto della corte – presieduta dal giudice Mario Morra – ha dato ragione a Fabrizio Corona, utilizzando la formula “perché il fatto non costituisce reato” e rinviando al contempo a giudizio la ricorrente che ora rischia un’accusa per frode processuale.
Partendo dal principio, la denuncia dell’ex cliente di Fabrizio Corona risalirebbe a qualche anno fa: la donna aveva raccontato di esserci rivolta al re dei paparazzi perché voleva affidargli la promozione pubblicitaria di un libro che lei stessa aveva scritto; ma dopo che la campagna di marketing non era andata a buon fine, minacciandolo di portarlo in tribunale nel caso in cui non le avesse restituito la parcella versata, lui – sosteneva la donna, è bene ripeterlo – le avrebbe intimato di lasciar perdere minacciandola con un video hot che aveva girato.
Fabrizio Corona assolo per la tentata estorsione: l’accusatrice rischia un giudizio per frode processuale
Dal conto suo – quasi naturalmente – Fabrizio Corona rispondendo all’accusa di tentata estorsione aveva definito l’intero racconto della donna una pura e semplice bugia, sostenendo di non aver mai registrato alcun video, di non averla minacciata e di aver sempre mantenuto una relazione prettamente professionale con l’ex cliente: tesi accolta pienamente dei giudici milanesi che hanno assolto il re dei paparazzi, sempre assistito dal suo fidatissimo legale Ivano Chiesa.
Durante il processo contro Fabrizio Corona – però – la donna avrebbe portato come prova della tentata estorsione lo screenshot di una chat scambiata con il re dei paparazzi che ad una successiva analisi si è scoperto essere stata alterata eliminando il messaggio – scritto da lei – “ti andrebbe di fare l’amore”: per questa ragione il giudice ha deciso di inviare il fascicolo alla Procura per ulteriori approfondimenti sulla posizione della ricorrente, ipotizzando che possa essere responsabile di una presunta frode processuale per la quale dovrà rispondere davanti ad un giudice.