Europa, il 3,2% dei bambini ha bisogni sanitari insoddisfatti, i dati Eurostat, la classifica e la correlazione con la soglia di povertà delle famiglie
Ue, il 3,2% dei bambini ha avuto bisogni sanitari insoddisfatti nel 2024, i dati pubblicati da Eurostat mostrano la situazione riguardante il rapporto tra minori, povertà e assistenza medica, attestando che rimane ancora una percentuale, più o meno alta a seconda del paese di riferimento, che non ha accesso alle cure o viene esclusa dai servizi per la salute.
La ricerca, intitolata “Cifre chiave sulle condizioni di vita in Europa“, ha preso come riferimento vari fattori, principalmente quelli economici delle famiglia, come la distribuzione del reddito e il lavoro, correlandoli alla qualità della vita, evidenziando come, nella maggior parte dei casi le condizioni che non hanno permesso un adeguato percorso di prevenzione e diagnosi sono state proprio quelle legate alla povertà.
Stabilendo una soglia unica infatti, emerge che del totale di bambini presi in esame, il 4,2 è componente di un nucleo che vive con entrate al di sotto della media, mentre il 3% ha famiglie non considerate a rischio. La differenza risulta diversa a seconda dei casi con picchi minimi di 1.2 punti percentuali, fino ad un massimo di 6 registrati in Bulgaria.

Eurostat: “In Italia il 2,6% di bambini ha bisogni sanitari insoddisfatti, la maggior parte in famiglie sotto la soglia di povertà”
I dati sui bambini che non ricevono adeguata assistenza medica in Ue sono stati pubblicati nell’ultimo rapporto Eurostat che ha preso in esame in minori con bisogni insoddisfatti nel corso dell’anno 2024, evidenziando come il 3,2% ancora si trovi in questa condizione. Entrando nei dettagli, il documento ha anche stilato una classifica dei paesi nei quali la situazione è peggiore. In Finlandia ad esempio si registrano i maggiori casi di mancato raggiungimento del bisogno sanitario soprattutto tra le famiglie che non hanno gravi problemi di reddito
Il tasso infatti è al 10,1% per nuclei sopra la soglia della povertà e crolla al 3,5 per quelli considerati poveri. I migliori invece sono Cipro, Malta e Grecia, tutti e tre con un tasso sotto all’1%, mentre l’Italia si attesta sotto la media con il 2,6% di cui il 2,2 tra coloro non a rischio e il 3,9% con entrate disponibili inferiori alla soglia.
