I giudici alla fine hanno deciso di accogliere il ricorso avanzato dai Commissari dando ancora qualche speranza per il futuro prossimo dell’ex Ilva: è di poco fa la notizia del Tribunale del Riesame di Taranto che ha accolto il ricorso presentato dai reggitori dell’industria siderurgica pugliese e non spegnerà l’Altoforno 2 annullando così la decisione del giudice Francesco Maccagnano che aveva invece respinto l’istanza di proroga dell’uso dell’impianto. Va ricordato che l’Afo2 fu sequestrato nel lontano giugno 2015 dopo l’incidente mortale all’operaio Alessandro Morricella, investito da fiammata con ghisa incandescente mentre vi lavorava all’interno. Nel pieno del caos giudiziario tra ArcelorMittal e Governo, il 10 dicembre scorso il Tribunale di Taranto aveva sostanzialmente negato la proroga richiesta dagli amministratori straordinari dell’Ilva per l’uso dell’altoforno 2 al fine di fare gli ulteriori lavori di sicurezza: i giudici avevano invece ordinato lo stop dell’attività dell’impianto dell’acciaierà di Taranto. Con quell’Altoforno chiuso infatti, l’intera azienda sarebbe dovuta fermarsi e il costo per riattivarla successivamente – specie se andrà in porto un accordo sostanziale tra Arcelor e Ministero dello Sviluppo Economico sulla controversia del contratto – è potenzialmente altissimo.
EX ILVA, TARANTO (PER ORA) È SALVA
Come spiega l’Ansa, quella decisione del Tribunale era arrivata a sorpresa visto che solo un giorno prima la Procura aveva espresso parere favorevole alla proroga: ovvero, l’accusa sul caso dell’operaio morto nell’Altoforno 2 aveva dato il suo ok a tenerlo acceso, continuando i lavori di sicurezza, ma il Tribunale aveva invece fatto marcia indietro. Oggi, dopo il ricorso presentato d’urgenza dai commissari dell’ex Ilva, arriva la contro-contro replica: «Viene concessa la facoltà d’uso dell’Altoforno 2, subordinata all’adempimento delle residue prescrizioni, in tutto o in parte non attuate», si legge nella decisione depositata nella cancelleria del Tribunale. Non solo, come riporta il documento ufficiale del Riesame, i giudici hanno assegnato a decorrere dalla data di deposito dell’ordinanza «sei settimane per l’adozione dei cosiddetti dispositivi “attivi”; a decorrere dalla data del 19 novembre 2019 nove mesi per l’attivazione del caricatore automatico della massa a tappare; 10 mesi per l’attivazione del campionatore automatico della ghisa; 14 mesi per l’attivazione del caricatore delle aste della Maf (Macchina a forare, ndr) e sostituzione della Maf». L’Altoforno non verrà spento dunque nella lunga fase di transizione verso nuovi altoforni elettrici, non fermando la produzione e dunque rendendo meno complessa la ricerca di un potenziale nuovo acquirente per l’ex Ilva. Intanto, come sottolineano gli stessi commissari dell’azienda di Taranto, l’ex Ilva ha già sottoscritto un contratto con la ditta Paul Wurth per 11,5 milioni di euro, «di cui un terzo già versato come anticipo, per installare alcune attrezzature che completerebbero le prescrizioni di messa in sicurezza dell’impianto», riporta il Mattino di Napoli.