Dolcezze di Riviera Srl, l’azienda che detiene il marchio Lavoratti 1938 salvato tre anni fa da Fabio Fazio, ha replicato alla notizia della multa pagata per alcune irregolarità, precisando che le materie prime utilizzate, a partire dal cioccolato, “sono di altissima qualità e attentamente selezionate“. Un principio imprescindibile che ha rappresentato il punto di partenza per lo sviluppo di tutta la filosofia dell’azienda.
“La sanzione amministrativa ricevuta ben quattordici mesi fa, riguarda un’etichettatura relativa alla Nocciola Tonda di Giffoni, ritenuta non conforme dal nucleo dei Carabinieri, sebbene validata da un parere della Camera di Commercio di Torino, ente specializzato in etichettatura alimentare“, riporta il comunicato dell’azienda, con cui precisa di aver sanato la posizione e di aver regolarizzato subito il packaging.
In merito al pistacchio, “sono state riscontrate 44 tavolette e 62 vasetti di crema, su una produzione di migliaia di pezzi, in cui è stato utilizzato erroneamente del pistacchio siciliano privo della dicitura DOP“, in quanto era un pistacchio acquisito “per prove tecniche, a differenza di tutte le altre nostre produzioni in cui viene regolarmente impiegato pistacchio certificato Dop“.
Infine, Dolcezze di Riviera Srl si sofferma sul sale marino di Trapani, chiarendo che è Igp. “Ci dispiace profondamente per questo attacco frontale e gravemente lesivo dell’immagine dell’azienda, per il quale ci riserviamo ogni azione legale. Nonostante sia sempre più difficile fare impresa in Italia, continueremo a lavorare con la stessa cura, trasparenza e serietà che da sempre ci contraddistinguono“, conclude la nota. (agg. di Silvana Palazzo)
Cos’è successo all’azienda di Fabio Fazio
L’azienda dolciaria Lavoratti, storico marchio di cioccolato acquistata da Fabio Fazio cinque anni fa, ha ricevuto una maxi multa con sequestro dopo un blitz dei Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare, che ha rilevato gravi violazioni in merito all’uso delle materie prime. Secondo quanto emerso dalle indagini infatti, la fabbrica utilizzava ingredienti non conformi a quelli poi segnalati in etichetta, e per questo il conduttore è stato costretto a pagare una sanzione di oltre 60mila euro.
In particolare, ad essere giudicato ingannevole sarebbe stato il fatto che i prodotti venivano pubblicizzati come ad alta qualità, fatti con componenti da denominazioni controllate Dop o Igp, il che aveva anche giustificato prezzi di mercato molto più elevati rispetto a quelli commercializzati dalla concorrenza, ma questo non corrispondeva alla realtà. A scoprire l’illecito e darne notizia è stato il quotidiano La Verità, che ha anche sottolineato come, solo qualche giorno fa, molti giornali parlavano delle uova di pasqua di Fazio, come articoli prestigiosi, la cui eccellenza valeva il costo da pagare di più di 80 euro.
L’azienda di cioccolato di Fabio Fazio multata per ingredienti non conformi alle etichette, usava materie prime generiche spacciandole per Dop e Igp
Fabio Fazio condannato a pagare una maxi multa dopo il blitz dei carabinieri nel suo stabilimento dolciario Lavoratti. Le indagini sulle materie prime utilizzate dall’azienda, hanno stabilito che l’etichetta dei prodotti era ingannevole in quanto segnalava la presenza di ingredienti di particolare qualità che non corrispondevano a quelli utilizzati nel processo produttivo. L’azienda, che il conduttore di Che Tempo Che Fa, aveva rilevato cinque anni fa salvandola dal fallimento, pubblicizzava infatti l’uso di alcuni componenti di eccellenza, in particolare nei dolci a base di cioccolato come: cacao monorigine Ecuador, pistacchio di Bronte, Albicocca Valleggia e bergamotto di Calabria.
In sede di controllo però, non sarebbero stati trovate nè le dichiarazioni di conformità di tali materie, nè i documenti sulla tracciabilità, obbligatori per la certificazione del marchio Dop. Al loro posto, ingredienti generici, spacciati per altri con origine protetta, che hanno portato, oltre alla multa anche al sequestro di quintali di confezioni. Nel frattempo, come ha svelato La Verità, dal sito della compagnia sono sparite le descrizioni irregolari, e sia Fazio, che la moglie, si sono dimessi dagli incarichi, rispettivamente di presidente del Cda e consigliere.