La storia di Fabio Gianfreda, un giovane di appena 19 anni che poco più di un anno fa si è suicidato in un albergo a Roma, seguendo le istruzioni ricevute sul web e avvelenandosi con una sostanza che costa pochi euro ed è facilmente reperibile da tutti noi, è stata raccontata a “I Fatti Vostri”, trasmissione di Rai Due condotta da Salvo Sottile e Anna Falchi e andata in onda nella mattinata di oggi, martedì 8 febbraio 2022. In studio era presente la famiglia del ragazzo, composta dal papà Marco, dalla mamma Lisa e dal fratello maggiore Francesco.
Il padre ha preso la parola per primo: “La sera del 9 dicembre 2020 l’ho accompagnato al centro di latino. Ha detto che sarebbe andato a dormire da un’amica, invece era partito per il suo ultimo viaggio. Aveva già prenotato in realtà per due notti quella stanza d’hotel”. La madre ha aggiunto che “abbiamo iniziato a cercarlo con insistenza la mattina del 10 dicembre, perché non entravamo in contatto con il suo cellulare. Siamo riusciti quindi a entrare nella sua mail e abbiamo capito che aveva prenotato l’albergo. Inizialmente non ci volevano dare informazioni, poi ci hanno detto che non si riusciva a entrare nella stanza, che era sbarrata. Ci siamo recati là e abbiamo scoperto tutto”.
FABIO GIANFREDA, LA MADRE: “SITO DI NUOVO ONLINE”
La donna, a “I Fatti Vostri”, ha detto inoltre che “Fabio aveva deciso di trasformare la sua passione per la musica e il teatro in professione, tanto che si stava preparando per i test d’accesso all’accademia d’arte drammatica. Il Covid, purtroppo in maniera abbastanza brusca, ha fermato tutto: progetti, sogni… Lui ha tollerato molto male la comunicazione virtuale e si è lentamente isolato. Tra me e Fabio c’era una connessione molto forte, ma negli ultimi giorni sfuggiva al mio sguardo e io questa cosa l’ho percepita dopo”.
Nella camera d’albergo di Fabio Gianfreda, i carabinieri hanno trovato un conservante alimentare, normalmente utilizzato per le carni, ma che, preso in dosi massicce, può risultare letale: “Io pensavo avesse fatto una bravata, perché la settimana prima gli avevo vietato di andare a Roma, visti i tempi di pandemia – ha spiegato il papà –. Non potevamo credere a ciò che era accaduto. Partendo dalla sostanza, sul web abbiamo scoperto che un altro ragazzo a Roma pochi mesi prima si era tolto la vita allo stesso modo, utilizzando lo stesso protocollo che gli era stato suggerito da un sito internet. In questo forum, aperto a tutti, non solo agli utenti registrati, ai ragazzi viene suggerito di togliersi la vita e come farlo. Il suicidio è normalizzato, è un’attività come un’altra, è un modo per togliersi i problemi. C’è una sezione in cui sono elencati tutti i metodi per togliersi la vita. Per la sostanza usata da nostro figlio, c’è tutto un protocollo, che comincia due giorni prima. Viene anche detto come comportarsi per non farsi scoprire dalla famiglia”. Brividi, a maggior ragione perché quel sito è tornato online dopo un blocco di alcuni giorni e può mietere altre vittime.