Fabrizio Corona e la sua storia stanno nuovamente popolando le pagine della cronaca nazionale, in seguito ai recenti accadimenti giudiziari che l’hanno visto protagonista. Sull’edizione odierna del quotidiano “Il Giorno”, tuttavia, giunge una proposta interessante per l’ex “Re dei paparazzi”, che gli offrirebbe l’occasione di provare a cambiare definitivamente vita: Gennaro Speria, detto “Genny Lo Zio”, è pronto ad accogliere Corona nella sua Area 51, dove da due anni a questa parte, con altri ex detenuti, raccoglie pacchi alimentari e li distribuisce alle famiglie meno abbienti, insegnando il valore della carità e l’importanza di un gesto di solidarietà sincera verso il prossimo.
“Ultimamente, visto che era ai domiciliari, avevo detto a Corona di venire da noi a fare qualcosa per gli altri, per guarire nell’anima, cambiare davvero vita e finire di scontare la pena – ha dichiarato il diretto interessato –. Lui, però, era certo che non sarebbe più tornato dentro: ‘Una volta che mi hanno mandato ai domiciliari, non mi fanno tornare in carcere’, diceva. È un ragazzo iperattivo, qualche problema emotivo è evidente che lo ha, perché perde subito le staffe. Amava fare le serate e guadagnava molti soldi: la sua droga. Paga per l’atteggiamento spavaldo”.
FABRIZIO CORONA, AREA 51: “LO ASPETTIAMO A BRACCIA APERTE”
Se Fabrizio Corona fosse assegnato ai lavori socialmente utili, dunque, per lui le porte di Area 51 si spalancherebbero all’istante, come ammesso su “Il Giorno” da Gennaro Speria: “Lo aspettiamo a braccia aperte, tutti i nostri ragazzi sarebbero felici di dargli una mano a vincere la sua battaglia. Anzi, lanciamo un appello alle autorità. Corona è stato già in comunità da don Mazzi. Da noi siamo certi che migliorerà, perché stare con persone tranquille e vedere come si fa la beneficenza, quella vera, è bello e faticoso. E poi vedrete un nuovo Corona e sono pronto a tornare a piedi con lui a Roma, portando ancora la croce sulle spalle, per espiare le nostre pene e chiedere perdono”. D’altro canto, Speria sa bene quali siano le difficoltà con le quali un ex carcerato si trova ad affrontare: “Ho avuto a che fare con la galera e anch’io sono stato in mano al magistrato di sorveglianza e al Sert. Ora aiuto molti ragazzi a uscire e rifarsi una vita senza commettere reati. Chiunque andrebbe fuori di testa se lo mandassero ai domiciliari, non lo seguono davvero e poi lo rimandano dentro. Devono fargli fare un percorso vero di reinserimento sociale”.