Facebook ancora nel mirino dell’opinione pubblica, complici le rivelazioni della whistleblower Frances Haugen, che, nel corso della sua deposizione ufficiale, ha fornito alcuni dettagli statistici che rivelerebbero un’anomalia comunicativa, per così dire, da parte del colosso del mondo dei social media. A riportare il tutto è stato il “Financial Times”, che sottolinea che una ricerca interna eseguita dall’azienda di Menlo Park su un campione di 5mila nuovi utenti ha dimostrato che almeno il 40% di account esistenti rappresenta un doppione di persone già iscritte alla piattaforma.
Non solo, perché, come precisano i colleghi del “Corriere della Sera”, andando indietro al 2018 “alcuni documenti dei dipendenti di Facebook e Instagram parlano di invitare gli iscritti ad avere più account come parte proprio di una strategia aziendale. Gli obiettivi principali sarebbero stati i più giovani, ancora una volta”. Ancora più specifico e diretto il “Wall Street Journal”, secondo il quale tra America e Regno Unito la popolarità del social tra i teenager si attesterebbe rispettivamente tra il 108 e 132%, proprio grazie ai doppi account, che spesso sono uno privato e uno pubblico.
FACEBOOK, DATI ISCRITTI SOVRASTIMATI? LE RIVELAZIONI DI HAUGEN
La denuncia di Haugen è molto precisa e rimarca che gli utenti giornalieri di Facebook negli ultimi due anni sarebbero diminuiti fino al 13% nella fascia 18-29, con questa tendenza che, nel prossimo futuro, potrebbe arrivare fino al 45%. Eppure, queste affermazioni stridono con quanto asserito dall’azienda di Zuckerberg, che nell’ultimo quarto dell’anno ha rilevato la presenza di “2,9 miliardi di utenti mensili in tutto il mondo” e gli iscritti “in salita del 7% di anno in anno”. Nel report non si parla di doppi account, mentre soltanto nell’anno dello scoppio della pandemia (2020) Facebook aveva liquidato la questione, dichiarando che si trattava solo dell’11% dei casi.
Il “Corriere della Sera”, tuttavia, si domanda per quale ragione il social dovrebbe sovrastimare i numeri dei suoi iscritti, e prova a darsi delle risposte: “Prima di tutto per fini pubblicitari, offrendo agli investitori una platea sconfinata che crea sicuramente grande interesse in termini di ricavi. Di conseguenza, Facebook è riuscita a generare dei profitti superiori a quelli reali. Un processo che, stando ad altri documenti interni rivelati, alcuni dipendenti non accettavano, tanto da dichiarare che la società stava generando profitti che non avremmo mai dovuto fare”.