Mentre si accentua sempre di più il cordoglio mondiale per la morte di Papa Francesco, sono sempre di più gli esperti e i medici che sostengono che durante l’ultima apparizione il Santo Padre presentasse quella chiamata ‘facies hippocratica‘ che poteva lasciar presagire l’imminente decesso e che da sempre in medicina è un indicatore chiaro della condizione sempre più precaria di un paziente morente: il primo ad osservare la facies hippocratica fu – come lascia intuire il nome – il filosofo oggi considerato padre della medicina Ippocrate; mentre – e su questo ci torneremo dopo – è bene dire che pur in presenza di qualcuno che avesse colto quel segnale in tempo, le sorti di Papa Francesco non sarebbero cambiate.
Entrando subito nel merito della facies hippocratica, lo stesso Ippocrate nei suoi testi di osservazioni già nell’Antica Grecia notò che i pazienti prossimi al decesso presentavano alcuni tratti sul viso sovrapponibili che associò proprio ad un segnale di imminente morte del soggetto: tra le caratteristiche descritte, il filosofo indicava gli occhi e le tempie infossato, il naso aguzzo e sottile, le orecchie contratte e con i lobi all’esterno ed anche un colorito livido o verdastro; sottolineando che in presenza di una simile osservazione si poteva immaginare che “la fine è vicina“.
La facies hippocratica avrebbe potuto evitare la morte di Papa Francesco? Cosa dice la cartella clinica
Insomma, la facies hippocratica altro non è che uno di quegli indicatori che rientrano nel sistema scientifico chiamato ‘FACS’ spesso utilizzato per una rapida diagnosi osservazionale dei pazienti: oltre a quella ippocratica, esistono anche altre precise categorizzazioni di volti associati per esempio al morso delle vedove nere – la facies di Latrodectus -, al tifo – la facies tifoide – e alla lebbra – la facies leonina -; tutte associate ad indicatori più o meno chiari della condizione del paziente.
La facies hippocratica – sempre secondo gli esperti e i manuali clinici – è soprattutto legata al fatto che in punto di morte il nostro organismo regola il suo funzionamento riducendo l’afflusso di sangue alle parti del corpo periferiche ed esposte (come, appunto, la pelle, il naso e le orecchie); mentre come dicevamo già prima, anche se qualcuno avesse lanciato l’allarme notando la sofferenza di Papa Francesco sarebbe stato impossibile evitarne il decesso dato che secondo la cartella clinica ufficiale è morto per via di un ictus cerebrale emorragico legato alla rottura di un’arteria cerebrale che ha mandato immediatamente in coma il Santo Padre.