La manifestazione dei Gilet arancioni a Milano con tanto di rivendicazione che il coronavirus è un’immensa «castroneria» inventata da Governi e potentati internazionali ha fatto scatenare commentatori e gli stessi politici, con quantità di “insulti” e polemiche che hanno riportato l’orologio del tempo a prima del coronavirus. In questa scia si inserisce l’affondo di Famiglia Cristiana che tramite la rubrica “Votantonio” a firma Francesco Anfossi punta dritto l’obiettivo contro l’ex generale Antonio Pappalardo, leader dei Gilet arancioni e non ci va giù certo leggero: «Il signore in giacca e cravatta arancio sgargiante che ieri in piazza Duomo arringava una folla stretta stretta in cui spiccavano molti pseudo-automobilisti in attesa del carrattrezzi – tutti pronti a giurare che il Covid è un’invenzione – non è un cameriere della vicina Terrazza Aperol, ma l’ex generale di brigata dei Carabinieri Antonio Pappalardo, oggi capopolo antigovernativo dei gilet arancione».
L’accento anti-governativo della manifestazione non è piaciuta al settimanale che negli ultimi anni si è distinto spesso per giudizi poco “teneri” alla politica di centro-destra, arrivando addirittura a prefigurare Matteo Salvini come «Satana» con tanto di «vade retro» in copertina. Secondo Anfossi il nuovo “protagonista” della politica italiana è però più assimilabile al raduno dei puffi blu di Laderneau (“Pufferemo il virus”) che non ai gilet gialli di Francia o agli stessi “forconi” qui in Italia.
L’ATTACCO DI FAMIGLIA CRISTIANA
«O si è scoperto che l’arancio protegge dal Covid-19, oppure abbiamo assistito alla più imponente manifestazione di ingenui degli ultimi decenni, poiché nessuno di loro aveva la mascherina e teneva la men che minima distanza, proprio nel giorno in cui in Lombardia si superava la soglia dei 16 mila morti», attacca Famiglia Cristiana vedendo in Pappalardo un figura pericolosa per la tenuta della democrazia nel momento in cui afferma quello che ha detto sabato scorso a Milano. «Mi limito a ricordare che anche se si può sprizzare di salute, la salute non è uno Spritz e che i negazionisti catarifrangenti del coronavirus rischiano di fare (anzi, di farci fare) una pessima fine», continua Anfossi che dà l’appellativo di “generale Aperol” a Pappalardo contestando alcune dichiarazioni fatte nelle scorse settimane circa il rapporto tra coronavirus e cure. Ecco il passaggio “incriminato”: «Uno che lavora con noi, di Bergamo, si sente improvvisamente male: tosse, respirazione affannosa come il Coronavirus ma ha deciso di curarla come una normale influenza e di fare anche gli esercizi di yoga, di autoconcentrazione. Bene, è guarito. Come ha detto il dottor Montanari, l’uomo è fatto di fisico ma anche di mente». Commento finale di Famiglia Cristiana ancora più caustico: «Non so se ridere o piangere, non so nemmeno se il Covid ci ha reso tutti più buoni, certamente non ci ha fatti più saggi».
O l’arancione protegge dal Covid-19 o siamo di fronte alla più imponente manifestazione di idioti della postmodernità. La guerra del generale Aperol. #GiletArancioni Dal blog “Votantonio” di Francesco Anfossi https://t.co/4POQRPeod5 pic.twitter.com/Oc5n11HBii
— Famiglia Cristiana (@fam_cristiana) May 30, 2020