La trasmissione di Italia 1 Le Iene è tornata ad occuparsi del caso di Fausta Bonino che solamente domani andrà incontro al parere della Cassazione chiamata a decidere se confermare i quattro ergastoli impartiti nel processo d’Appello bis contro la donna, oppure rinviarla ancora una volta a giudicio o scagionarla definitivamente dando seguito a quella che è sempre stata la sua versione dei fatti: Fausta Bonino – infatti – è attualmente ritenuta responsabile di quattro decessi all’interno del reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino cagionate tramite iniezioni letali di eparina che le sono vale l’appellativo da parte dei media di ‘infermiera killer‘.
Dal conto suo – quasi ovviamente – Fausta Bonino da anni si professa completamente innocente da ogni accusa mossa a sua carico e dopo aver raccontato alle Iene tutto il caso dal suo punto di vista soffermandosi sulle (numerose) incongruenze che emergono dalla ricostruzione della Procura, questa volta è stata chiamata a commentare alcune intercettazioni fatte all’epoca dei indagini che – sempre secondo gli inquirenti – avvalorerebbero l’ipotesi che sia lei l’assassina.
Fausta Bonino: “Tutte le intercettazioni contro di me sono state travisate, ero agitata”
Prima ancora di arrivare alle intercettazioni – però – Fausta Bonino ci ha tenuto anche a commentare quella “eccessiva preoccupazione” che il Pm cita nel fascicolo relativamente allo stato d’animo mostrato dall’indagata dopo la comunicazione dell’avvio delle indagini a suo carico: “Al primo interrogatorio – ricorda – il capitano dei Nas mi aveva ripetuto tre o quattro volte prima di accendere il registratore che se avessi confessato mi avrebbe potuta aiutare” che l’avrebbe agitata soprattutto perché “dopo aver visto le mie college” scoprì che a loro non fu detto nulla di simile.
In quello stato d’animo agitato Fausta Bonino chiamò la sua caposala dicendole “Virna mi fregano, domani mi mandano in galera” ed oggi a quell’intercettazione ricollega solamente – appunto – “la preoccupazione che chiunque avrebbe provato in quella situazione”; mentre all’audio con l’amica e collega Paola Mazzei nella quale disse “io mi ammazzo [e] al lavoro non ci vado più, non voglio più vedere nessuno“, a quello in cui racconta di aver “preso dieci gocce di EN e ora mi prendo tutto il barattolo” o anche a quello in cui alla caposala Virna Agostini ripete più volte che “mi ammazzo, prendo una scatola di pasticche e mi ammazzo” precisa ancora che si tratterebbe di “telefonate fatte perché ero agitata“.