Ci sono degli sviluppi nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza italiana sulle emissioni inquinanti di alcune automobili prodotto dal Gruppo FCA-Chrysler: in una vicenda che, seppure alla lontana e in attesa della conclusione delle indagini, ricorda quanto accaduto per il cosiddetto “diesel gate” in Germania, si apprende che nelle ultime ore gli uomini delle Fiamme Gialle di Torino hanno perquisito tre sedi del gruppo nel capoluogo piemontese su decreto della Procura della Repubblica al fine di acquisire la documentazione relativa alla progettazione e ai test condotti su alcuni motori. L’ipotesi investigativa sarebbe quella che su alcune delle vetture siano stati installati dei dispositivi di controllo del motore (che ridurrebbero in maniera artificiosa le emissioni) non conformi a quanto previsto dalle soglie stabilite dalla regolamentazione europea: di conseguenza, sempre secondo questa ipotesi, le emissioni inquinanti risulterebbero superiori ai livelli che invece sono rilevati in sede di omologazione. Inoltre pare che siano cinque in totale i modelli finiti sotto la lente di ingrandimento da parte del nucleo di Polizia Tributaria.
FCA, PERQUISIZIONI DELLE ‘FIAMME GIALLE’ NELLE SEDI TORINESI DEL GRUPPO
La perquisizione avvenuta questa mattina a Torino è un fulmine a ciel sereno per FCA-Chrysler (che nella giornata di oggi ha subito pesanti ripercussioni a Piazza Affari con un sonoro tonfo in Borsa) nell’ambito dell’inchiesta su una presunta frode in commercio che viene coordinata dal pm Vincenzo Pacileo e per quello che è una sorta di network a livello internazionale che vede in prima fila la Procura tedesca di Francoforte coinvolgendo anche la Svizzera e che, inoltre, vede la collaborazione di EuroJust (l’unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea). La conferma peraltro è arrivata da una nota del Gruppo che ha confermato l’arrivo degli uomini della Guardia di Finanza “nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca” pur precisando che l’azienda si è messa subito a disposizione degli inquirenti e che è già al lavoro per chiarire ogni eventuale richiesta che arriverà da parte degli inquirenti garantendo “ampia collaborazione”.