C'è attesa per le scelte della Fed di oggi, intanto l'inflazione annuale statunitense a giugno si è attestata al 2,4%, in aumento rispetto al 2,3% di maggio
Il dato dell’inflazione statunitense rilasciato mercoledì scorso si è attestato annualmente al 2,4%, sorprendendo al ribasso le aspettative degli investitori, che si aspettavano un 2,5%, ma in aumento rispetto al dato dello scorso mese del 2,3%.
Il dato è stato rilasciato in prossimità di una settimana molto importante, che vede la Fed riunirsi oggi, con forte attesa da parte degli investitori sulle prossime mosse in tema di politica monetaria.
Grafico 1 – U.S. Consumer Price Index (variazione % annua)
Andando a spacchettare il dato dei prezzi al consumo, si nota come la componente del cibo abbia subito un rialzo su base mensile, incrementando dello 0,3%, rispetto al -0,1% della lettura precedente. La componente dell’energia invece ha subito un decremento del -1% mese su mese.
L’inflazione core, invece, è rimasta invariata annualmente al 2,8%, stesso valore di aprile e maggio 2025. All’interno troviamo la macrocategoria dei servizi, molto importante e soprattutto attentamente monitorata dalla Fed, la quale è incrementata mensilmente dello 0,2%, rispetto allo 0,3% dello scorso mese. L’aggregato dei servizi si compone a sua volta della componente dello shelter, ovvero gli affitti, con un aumento dello 0,3% su base mensile, i servizi di trasporto, diminuiti dello 0,2%, e infine i servizi sanitari, incrementati dello 0,2% rispetto allo scorso mese.
I dati rimangono perciò stabili nella loro lieve crescita, con solamente la componente del food che ha registrato un aumento non linea con i dati antecedenti. Le previsioni per l’appuntamento di oggi sono ormai scritte: gli investitori scommettono infatti su un mantenimento da parte della Federal Reserve dei tassi al 4,5%, senza ancora mostrare segni di tagli data l’inflazione ancora resiliente. In totale per il 2025 il mercato continua a scontare due tagli dei tassi, che dovrebbero permettere alla Fed di stimolare l’economia e conseguentemente la crescita del Pil, senza permettere all’inflazione di tornare a livelli elevati.
Nella prossima lettura potremmo vedere con molta probabilità un dato annuale del CPI aumentare causa effetto matematico di calcolo, ma questo varrà anche nell’ultimo trimestre dell’anno, quando la Fed dovrebbe attuare il secondo taglio dei tassi, e ciò potrebbe causare diverse scommesse differenti da parte degli investitori, dato che in tal caso un’inflazione annuale in aumento e un possibile taglio della Fed accadrebbero nello stesso momento storico.
I dati che verranno rilasciati nei prossimi mesi giocheranno anch’essi un ruolo fondamentale, specialmente quelli riguardanti la crescita economica, ormai nel mirino della Banca centrale americana dopo l’ultimo dato trimestrale negativo rilasciato, assieme alla disoccupazione. Inoltre, le proiezioni che verranno rilasciate durante il Fomc oggi saranno essenziali per delineare la posizione della Fed e le sue prospettive future in ambito macroeconomico.
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