È di pochi giorni fa il dibattito sull’iscrizione a Miss Italia di concorrenti trans. La patron Patrizia Mirigliani ha ribadito che solo chi è nata biologicamente donna può partecipare al concorso di bellezza: lo dice il regolamento del 1947. Le parole hanno scatenato un dibattito, ancora più acceso dopo l’elezione a Miss Olanda di Rikkie Valerie Kollé, modella e attrice transgender. Così, Federico Barbarossa, ragazzo trans che all’anagrafe figura ancora con il nome di Federica, ha avuto un’idea: iscriversi a Miss Italia, seguendo il regolamento originario. Il giovane è infatti nato biologicamente donna e nonostante ora sia uomo, paradossalmente potrebbe partecipare.
Il ragazzo, attivista dell’associazione MIXED Lgbtqia+ di Bari, Federico ha lanciato una provocazione: “Quando ho sentito parlare dell’assurdo regolamento mi è venuto spontaneo! Sono stato assegnato al genere femminile alla nascita ma mi sono sempre sentito un ragazzo“ ha raccontato. Come sottolineato da MiXED lgbtqia+, si tratta di “Un gesto di scherno in segno di protesta per dimostrare che il genere è un costrutto sociale, che la biologia non ci definisce e che la presa di posizione di Mirigliani si dimostra non in linea con i tempo come forse lo è il suo concorso. Ma ogni donna dovrebbe poter decidere liberamente di candidarsi ad essere la più bella d’Italia, se lo ritiene, senza lasciare che qualcuno la discrimini in quanto donna trans“.
“Speriamo che il gesto susciti clamore mediatico”
Dopo Federico, anche altri ragazzi trans e dunque nati biologicamente donne, stanno seguendo il suo esempio, iscrivendosi alle selezioni di Miss Italia. Utilizzare il dead name, ossia il nome assegnato alla nascita e legato al sesso biologico, non è semplice per chi non vi si riconosce: è però un sacrificio che in tanti, dopo Federico, stanno facendo per scardinare un sistema fermo su posizioni ormai superate.