FEDRIGA PUNTA AL TERZO MANDATO, MA LUI PUÒ (PERCHÈ È IN FRIULI)
Passata in gran carriera la prima tranche di Elezioni Amministrative con una netta vittoria del Centrodestra sia a Pordenone che a Monfalcone, il Presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga analizza il presente ma soprattutto il futuro della coalizione in vista degli appuntamenti elettorali da qui alle prossime Elezioni politiche, con attenzione particolare a cosa potrebbe accedere nelle varie Regioni del Nord. Intervistato dal “Corriere della Sera” dopo il trionfo di Fasan e Basso nelle Elezioni Comunali dello scorso weekend, il Governatore del Friuli fa il punto degli scenari politici attuali dopo che il Congresso della Lega ha rimesso al centro la “rivendicazione” del Carroccio sul Veneto post-Zaia senza perdere però le giunte in Lombardia e Friuli.
Il tutto mentre la Consulta ha bocciato la legge regionale della Campania sul terzo mandato, rendendo a catena di fatto impossibile – salvo leggi “ad hoc” in Parlamento imminenti – il presentarsi alle urne del Governatore veneto Luca Zaia: la Lega fa valere il criterio della libertà dei cittadini che avrebbero il sacrosanto diritto di farsi governare da chi reputano la migliore proposta possibile. Ed è proprio sui retroscena in arrivo dal Parlamento – che vedono all’orizzonte il possibile “scambio” politico con la Lega che i tiene il Veneto e Fratelli d’Italia che punterebbe invece alla Lombardia nelle Regionali 2028 – si profila il dibattito in corso nel Centrodestra per capire come impostare gli scenari da qui ai prossimi 3 anni.
Da par suo, Fedriga punta dritto al terzo mandato consecutivo alla guida del Friuli Venezia Giulia: ma non è una boutade in quanto lui questo tipo di ragionamento lo può fare dato che la regione è a statuto speciale e la Corte Costituzionale si è espressa contraria al terzo mandato solo nelle Regioni “ordinarie”. Serve una semplice legge regionale per poter avallare la possibilità di una terza ricandidatura consecutiva, ma di tempo ce n’è dato che la scadenza naturale delle urne a Trieste è prevista per il prossimo 2028.
Ad oggi il Presidente leghista si dice pronto eventualmente a correre per un terzo mandato, nonostante sia il Consiglio regionale che poi materialmente dovrà eventualmente dare “mandato” con una proposta di legge in Consiglio regionale.
“DEVONO DECIDERE GLI ELETTORI”: PER FEDRIGA SERVE RAGIONARE SULLE PERSONE E NON SUI PARTITI
«Sono ben disposto», ha spiegato ancora al “Corriere della Sera” il Presidente Fedriga, considerando come un’ingiustizia invece che altri colleghi Governatori non possano far decidere ai propri elettori da chi farsi governare per i prossimo 5 anni. Uno su tutti, Luca Zaia: «la possibilità di un terzo mandato va concessa a tutti», riflette il n.1 della Lega in Friuli, ai vertici del consenso dei cittadini sulle Presidenze nelle Regioni italiane assieme ai colleghi Zaia e Fontana (in Lombardia, ndr).
Il punto chiave, prima di ogni dibattito politico o scontro con le regole costituzionali, è di natura si potrebbe dire “sociale”: «I cittadini scelgono liberamente se confermare un’Amministrazione uscente». In Friuli, come nelle altre regioni a statuto speciale, è possibile: in tutti gli altri territori italiani non è possibile, o almeno, ad oggi non lo è. Fedriga infatti ha ragione nel sottolineare come la sentenza della Consulta non dice che in termini assoluti è vietato un terzo mandato, ma spiega che è in contraddizione con la legge nazionale approvata nel 2004 (quella che mise appunto il limite ai due mandati per Regioni e Comuni).
Bisogna trattare l’elettorato come adulto e non come un bambino incapace di vedere una candidatura come possibilità e non come consolidamento di un “gruppo di potere”, come è l’obiezione principale al perdurare di più mandati alla guida di un territorio.
Più libertà, meno regole e vincoli, o la gente si allontanerà sempre di più dalla politica: il terzo mandato, così come la riforma del Premierato dove si sceglierà direttamente il Capo del Governo sono benvenuti secondo Massimiliano Fedriga, il quale spegne ogni polemica interna al Centrodestra spiegando che non bisogna ragionare con la logica del “partito” o dello “scambio”, ma sul valore della persona e dell’amministrazione, «Quando si parte dalle bandierine si rischia di perdere ma soprattutto si fa un cattivo servizio alla politica».