Ferie e permessi attribuibili ai dipendenti privati sono dei diritti che vanno richiesti seguendo delle direttive ben specifiche. L’utilità è di carattere sanitario e personale, al fine di garantire il benessere generale dei lavoratori.
Tutti gli istituti e i diritti di cui beneficiano i dipendenti privati (come malattie, riposo e permessi) vengono maturati nell’arco dell’anno lavorativo. Quanto al godimento degli stessi, occorre rispettare quanto previsto dal Decreto legislativo numero 66 e risalente al 2003.
Come funzionano ferie e permessi per i dipendenti privati
Sia le ferie che i permessi da riconoscere ai dipendenti privati seguono delle normative ad hoc e contenute nei contratti collettivi nazionali (CCNL). Per quel che riguarda il periodo di vacanza, ogni lavoratore ha diritto a un minimo di 4 settimane nell’arco dei 12 mesi (ad eccezione dei contratti co.co.co. o a progetto).
Quanto al periodo consentito per “andare in vacanza o comunque mettersi a riposo”, quest’ultimo dipende dalle esigenze di ogni impresa, le cui decisioni spettano sempre e solo al datore di lavoro (ad eccezione della regola che almeno una delle 4 settimane deve godere di 2 settimane consecutive di riposo).
Il restante periodo di ferie va poi fruito entro 18 mesi rispetto a quando è maturato.
Come calcolare i giorni di ferie
I giorni di ferie dipendono dal tipo di contratto che viene sottoscritto per il lavoro. Ad esempio, chi gode di un part time in forma verticale, deve considerare i giorni di riposo in proporzione alla durata dell’attività.
Mentre il contratto in forma orizzontale (sempre mezza giornata), vale come un lavoratore full time.
Il conteggio cambia totalmente per un apprendista che lavora nel settore metalmeccanico, le cui differenze dipendono dall’età del lavoratore: chi ha più di 16 anni può godere delle fatidiche 4 settimane all’anno, chi ne ha meno di 16 soltanto di 30 giorni.
L’accumulo dei giorni di ferie è tuttavia piuttosto ampio, dato che il congedo parentale, la maternità, i permessi per problemi di salute, infortuni e il congedo per il matrimonio non escludono la cumulabilità del periodo di riposo (salvo si tratti di scioperi o astensione volontaria dal lavoro).
Permessi pagati e 104
I permessi, così come le ferie, sono un diritto del lavoratore. Laddove, però, il dipendente non usufruisca delle ore a sua disposizione, le stesse potranno essere monetizzate e retribuite non prima del 30 giugno relativo all’anno della scadenza.
Sia nel settore privato che in quello pubblico, i permessi della Legge 104 potranno influire sulle ferie, facendo scattare automaticamente una “sospensione”.