Con un'operazione da 3,1 miliardi di dollari, Ferrero ha rilevato Kellogg's, ampliando sulla presenza negli Usa
Ferrero ha rilevato i corn flakes della Kellog’s con un’operazione da 3,1 miliardi di dollari. La maggiore industria alimentare italiana ha messo a segno un’altra acquisizione su di un mercato, come quello americano, particolarmente importante anche per gli ultimi sviluppi della Trumpeconomics.
La politica dei dazi varata, pur in maniera molto ondivaga, dal Presidente americano ha infatti tra i suoi obiettivi quello di far crescere le industrie basate negli Stati Uniti e fin dove possibile costringere le imprese estere a delocalizzare negli Usa le loro produzione, soprattutto quelle indirizzate al mercato interno.
La mossa di Ferrero ha quindi almeno tre obiettivi strategici: 1) acquisire una posizione di forza sul mercato americano partendo da un marchio prestigioso come quello di Kellogg’s; 2) ampliare la gamma dei propri prodotti sul mercato con l’offerta dei cereali per la prima colazione in un segmento in forte crescita anche per le spinte per una sana alimentazione; 3) conquistare una posizione di leadership dato che già oggi Ferrero e le sue affiliate hanno in Nord America oltre 14mila dipendenti, distribuiti in 22 stabilimenti e 11 sedi sociali.
Come ha commentato lo stesso Giovanni Ferrero, “si tratta più di una semplice acquisizione, ma di un’unione di due aziende con tradizioni centenarie”. La società si conferma così una vera e propria multinazionale. E pur con un fatturato di 18 miliardi, oltre 40mila dipendenti, presente in 55 Paesi, la Ferrero rimane un’azienda familiare capace di crescere sia per linee interne, sia con le acquisizioni finanziate dal notevole livello degli utili. E non è casuale che uno dei primi annunci abbia riguardato la volontà di far uscire Kellogg’s dal listino di Wall Street.
A fianco di questa grande operazione si può sottolineare che NewPrinces, società alimentare quotata in Borsa e controllata dalla famiglia Mastrolia, ha riportato in Italia il brand Plasmon acquistandolo per 120 milioni da Heinz. La società, con sede a Reggio Emilia, rafforza così la sua posizione nel mercato degli alimenti per la prima infanzia e per le specialità nutritive.
C’è quindi un made in Italy che vince e il settore agro-alimentare appare in questa fase particolarmente importante, un settore con una domanda in crescita, soprattutto nel campo dei prodotti di qualità, e con forti e innovative politiche di marketing. Ecco perché, pur con dimensioni diverse, Kellog’s e Plasmon costituiscono due esempi di brand iconici capaci di offrire un’immagine di alta qualità.
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